Microprestiti: cosa sono e com’è possibile richiederli

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La tecnologia ha radicalmente mutato l’attività di ogni singola impresa di qualsiasi comparto industriale e economico, migliorandone l’efficienza e creando i presupposti per poter ampliare l’offerta ai propri clienti. Anche il mondo del credito, in tal senso, non è rimasto immune a questo straordinario cambiamento, migliorando, sensibilmente, l’offerta ai consumatori e rendendo più snello e veloce l’iter per l’ottenimento di un prestito. 

Tutto ciò è potuto avvenire grazie, in primis, al web, che ha accorciato le distanze tra imprese del credito e cittadini, che possono richiedere comodamente un prestito online e ricevere una risposta, positiva o negativa che sia, in tempi decisamente più celeri rispetto ad un tradizionale istituto di credito o a una finanziaria. 

Microprestiti: in quali situazioni si possono richiedere?

Nell’attuale contesto, segnato profondamente dalla pandemia, la necessità di ottenere un po’ di liquidità, anche per cifre non particolarmente elevate, si palesa con una frequenza maggiore rispetto al passato. Una necessità, spesso, che si manifesta per poter far fronte a spese impreviste (a titolo esemplificativo, guasto dell’autovettura) o spese correnti non ulteriormente rimandabili, come lo sono, a tutti gli effetti, le bollette relative alle utenze domestiche. 

Non c’è da meravigliarsi se negli ultimi dodici mesi un numero rilevante di italiani abbia richiesto un “microprestito”. Questa particolare forma di finanziamento si  può richiedere  online tramite alcuni dei più importanti colossi finanziari abilitati ad operare nel nostro paese, che sono in grado di offrire i migliori microfinanziamenti personali indicando TAN e TAEG per agevolare l’utente nella scelta di quello maggiormente adatto alle proprie esigenze. 

Quando si decide di ricorrere a questa innovativa tipologia di finanziamento. è opportuno essere al corrente di alcune indispensabili informazioni. I microprestiti, infatti, possono essere richiesti per un importo variabile da €.500,00 a €.10.000,00, ad ulteriore conferma di come possano risultare estremamente preziosi anche nel caso in cui si necessitasse di una somma estremamente contenuta: altre tipologie di finanziamenti, infatti, hanno una soglia minima di ingresso di €.1000,00 o €.3000,00

Nel caso delle persone giuridiche, tuttavia, la somma massima richiesta può toccare anche €.25000,00, anche se nel caso specifico vanno messi in risalto alcuni aspetti. Il micro finanziamento alle imprese, a differenze di altri prestiti, non è a fondo perduto e prevede, di conseguenza, l’obbligatorietà della restituzione del prestito, maggiorato degli interessi contrattualmente previsti, tramite il pagamento di rate mensili, bimestrali, trimestrali o semestrali. 

Come il microprestito può supportare l’economia reale

Nel caso delle imprese, oltretutto, sussistono altre regole da dover rispettare per poter accedere ad un microprestito. Un requisito essenziale riguarda il numero dei dipendenti a libro paga: qualora fossero pari a più di 10 unità, la richiesta non può essere in alcun modo inoltrata. 

Possono farvi ricorso, invece, quei soggetti disoccupati o precari che desiderano aprire un’attività in proprio, cercando di uscire da una situazione di difficoltà lavorativa che persiste da tempo. In questo caso, di conseguenza, i microprestiti si rivelano uno straordinario mezzo di supporto all’economia reale, che necessita, mai come in questa delicata fase segnata dall’emergenza sanitaria, di persone in grado di mettersi in gioco per dare il proprio contributo alla rinascita del nostro paese. 

I microprestiti, inoltre, hanno il grande pregio, in alcuni determinati e circoscritti casi, di supportare tutti quei soggetti che, di norma, incontrano grandi difficoltà nell’accesso al mondo del credito. Stiamo parlando, ad esempio, di quei soggetti che percepiscono un reddito non troppo elevato oppure sono stati segnalati nella CRIF; in quest’ultimo caso, esiste la possibilità di ottenere liquidità mediante i prestiti cambializzati, che garantiscono al creditore di poter agire direttamente sui beni posseduti dal debitore qualora non facesse fronte puntualmente ai propri impegni.