NAPOLI – Si è svolta, oggi, 15 marzo, al cinema Modernissimo di Napoli la proiezione a porte chiuse del film “Ed è subito sera”. La pellicola, tratta dall’omonimo libro di Tonino Scala, è dedicata a Dario Scherillo, vittima innocente di camorra, ucciso il 6 dicembre del 2004. (Leggi anche: Fabio Toscano conquista Hollywood con la sua recitazione) Un film, come definito dal regista Claudio Insegno, “in “3D”, perché non solo racconta una storia, ma vuole farne vivere le emozioni in “3D”. Noi di Informa Press questa terza dimensione, l’emozione, l’abbiamo vissuta tutta. La storia, cruda come la realtà, descrive il rapporto della criminalità organizzata con la nostra città. Il tutto sullo sfondo della prima faida di camorra nell’area nord di Napoli.
Al Modernissimo il cast e la regia
Al Modernissimo presente anche il cast, a cui abbiamo strappato qualche parola: Gianluca Di Gennaro che presta il volto a Dario Scherillo, protagonista principale; Gianclaudio Caretta, il migliore amico e figlio del magistrato antimafia De Martino (Franco Nero); Paco de Rosa “O’ Muccus” e Fabio Toscano, che veste i panni del boss “O’ Talebano”.
Parlano i “buoni”
Gianluca Di Gennaro, tu interpreti il protagonista Dario Scherillo. Come ti sei approcciato al personaggio?
“La mia intenzione era raccontare il vero Dario Scherillo. Non un personaggio, ma la sua realtà. Ovviamente conoscevo già la sua storia attraverso i giornali ma incontrare la sua famiglia, il fratello, la madre, mi ha dato la chiave di lettura giusta. La loro è una famiglia normalissima, sana, vera e onesta.
Ho voluto raccontare l’autenticità di Dario in tutta la sua innocenza, con i suoi sogni e la realtà con cui si è poi scontrato.“
Per il tuo ruolo hai indossato una camicia di Dario e utilizzato il suo cellulare nella scena più importante. Quanto di lui c’è in te?
“Già il solo raccontare questa storia mi ha dato tanto e mi ha commosso tanto, il farlo con degli oggetti di Dario è stato un ulteriore passo nell’avvicinarmi a lui. Di Dario c’è in me la semplicità. Per quanto faccia un mestiere in cui si è al centro dell’attenzione, sono un ragazzo normalissimo, proprio come lo era lui.”
Gianclaudio Caretta, com’è stato interpretare il tuo ruolo?
“È stato bellissimo soprattutto perché abbiamo raccontato una storia diversa. Una storia che è tangibile in prima persona da chiunque, perché di camorra si sente parlare ogni giorno“.
Quanto di te senti nel personaggio che hai rappresentato?
“Nel film sono il miglior amico di Dario Scherillo, figlio del magistrato incaricato di seguire le faide. Di me c’è tanto perché ho immaginato per tutto il corso delle riprese che Dario potesse essere mio fratello, che potesse morire per errore, senza nemmeno saperne il motivo. Ho provato nel mio piccolo a essere un tramite di questa storia. Mi auguro che con questo film i ragazzi di 15-16 anni formino le proprie coscienze su qualcosa di costruttivo, non sulle assurde dinamiche criminali. Ho cercato di lasciare una mia traccia, una piccola goccia in questo mare ingestibile.”
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E…I “cattivi”
Paco De Rosa, tu interpreti un ruolo piuttosto negativo. Cosa hai voluto trasmettere al pubblico, soprattutto quello più giovane?
“Io spero, proprio con questo film, di dare un messaggio preciso: la Camorra è una m****, non vale niente. Vorrei far capire ai ragazzi che la strada della camorra non è quella giusta e che non devono assolutamente intraprenderla. Questo perché ci sono due opportunità: o muori o vai in galera.”
È stato difficile entrare nel personaggio?
“Emotivamente parlando, molto difficile. Conoscendo la famiglia Scherillo da tempo, è stata tosta. Sul piano attoriale mi è risultato abbastanza facile perché – ahimè – la maggior parte delle volte mi propongono ruoli da cattivo.”
Fabio Toscano, tu sei “O’ Talebano”, uno dei personaggi più negativi. Colui che muove le fila di tutto e che è poi il fautore della faida. Nell’interpretazione di questo personaggio qual è il messaggio che hai voluto mandare ai giovani napoletani?
“Il mio messaggio per i giovani napoletani – e più in generale per tutti i giovani – è molto semplice: non prendere spunto dal mio personaggio, ma dalla famiglia Scherillo, persone oneste che con coraggio e determinazione hanno reagito alla tragedia che ha colpito la loro famiglia con grandissima forza. Insomma, ciò che dovremmo fare tutti noi. Proprio per questo ho deciso di impegnarmi nella formazione scolastica sulla criminalità, sul bullismo e sulla violenza, interpretando proprio O’ Talebano per sensibilizzare al tema quanti più ragazzi possibili. Napoli non è solo camorra, Napoli è una città piena d’arte.”
“Ed è subito sera”, la storia del titolo
Durante la presentazione al Modernissimo, Tonino Scala ha voluto raccontarci come nasce il titolo del film. In realtà la prima stesura era intitolata “E’ muccus”. Poi la magia: ripensando alla sera che cala sulla città, proprio come la criminalità, al regista torna in mente la famosa poesia di Quasimodo “Ed è subito Sera”. Solo successivamente viene a sapere che Dario Scherillo aveva preparato la sua tesina alle superiori proprio su quella poesia. L’autore ha visto in tutto ciò qualcosa che va oltre l’immaginario: “Che questo film andrà in tutte le sale cinematografiche è tutto un miracolo supportato da Dario”.
E noi di Informa Press ne siamo pienamente convinti. Nel Modernissimo oggi aleggiava una forte emozione che ha stretto il cuore di tutti i presenti.