Molestatore assolto donna sovrappeso: ennesima sentenza shock al tribunale di Roma. Dopo il bidello assolto per molestia minore ai 10 secondi, altro uomo assolto perché la vittima è in sovrappeso. La stessa giudice dell’altra sentenza scioccante assolve un altro molestatore con dichiarazioni shock.
Molestatore assolto donna sovrappeso: sentenza shock
Ennesima sentenza shock del tribunale di Roma dopo il bidello assolto per aver toccato una minorenne per “soli 10 secondi”. Questa volta si tratta di una donna che ha denunciato molestie sessuali da parte di un suo superiore. Il tutto sarebbe avvenuto al museo Leonardo Da Vinci. A firmarla è il collegio presieduto dalla stessa giudice della sentenza sul bidello: “Non si può escludere che la parte lesa, probabilmente mossa dai complessi di natura psicologica (segnatamente il peso) abbia rivisitato inconsciamente l’atteggiamento dell’imputato nei suoi confronti fino al punto di ritenersi aggredita fisicamente”.
La storia inizia nel 2021, con una denuncia in procura. Luisa, nome di fantasia per tutelare la privacy della ragazza, si presenta a piazzale Clodio. Qui racconta tutto quello che ritiene di aver subito. La donna assunta a inizio 2019 è stata subito molestata ad aprile dello stesso anno. Verso di lei c’erano state frasi inopportune, domande imbarazzanti, battute sul sesso per studiare le reazioni della ragazza e sondarne la disponibilità. La denuncia è molto dettagliata. Ci sarebbero stati palpeggianti su fianchi, schiena e pancia. Fino a pesanti strusciamenti sul seno e mani passate tra i capelli per portarli vicino al volto e sentirne l’odore. Nel museo, nel magazzino, dopo una cena tra colleghi. Il dirigente, denuncia la ragazza, le avrebbe toccato il sedere, leccato e morso le orecchie e le avrebbe infilato la lingua in bocca.
Molestatore assolto donna sovrappeso: lasciata sola
La donna si affida alle colleghe, le porta in aula come testimoni dopo aver raccontato loro tutto. Ma viene abbandonata. Infatti, per le altre donne al lavoro nel museo, l’uomo è un “giocherellone”. Lui si difende davanti ai giudici: “È lei che è attratta da me”. E così la giudice, una donna, assolve il direttore. Che nel frattempo era stato licenziato. Ora la procura presenterà appello contro la sentenza. Si attendono notizie in merito. Fa, ovviamente, notizia che sia stata la stessa giudice dell’altra volta a sentenziare. Bisognerebbe chiedersi il perché non vengano presi provvedimenti nei suoi confronti. Perché dopo quella dei “10 secondi”, anche questa sentenza è assurda.