Il Covid, piaga del 2020, ha causato un numero altissimo di morti. Precisamente in Italia i morti covid sono 69.214. Nelle nostre menti è ancora impressa l’immagine dei carri militari di Bergamo che trasportavano le salme. Adesso quei carri si trasformano in container per le salme. Nell’ospedale di Legnago (Ve), ormai saturo, le salme vengono conservate in container frigorifero. Anche Roma, in overbooking, sfrutta i container.
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Morti Covid nei container: le celle frigorifero della morte
Per avere quel posto libero è stato impiantata una vera e propria cella frigorifera mortuaria. Un container per accogliere i morti Covid tra l’edificio che ospita le celle mortuarie e il pronto soccorso dell’ospedale «Mater Salutis». Il container non è visibile dall’esterno.
Nella nota della Direzione Azienda Ulss 9 Scaligera si legge che le salme sono state poste, con rispetto e cura, in un luogo appositamente predisposto di stazionamento provvisorio, in attesa che avesse luogo la cerimonia di tumulazione o di cremazione.
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La decisione presa dall’Ama è nata dalle troppe cremazioni richieste. Solo nel mese di novembre le cremazioni sono state 1.521, 252 in più rispetto a novembre 2019. In linea generale per questa procedura servono tre settimane. I parenti, addirittura, devono attendere anche più di due mesi per riavere indietro i resti dei loro cari. La decisione nasce proprio da queste lunghe attese e dal numero alto di morti. Sono stati noleggiati per sei mesi, fino a maggio 2021, dieci container refrigerati dove saranno conservati i feretri in attesa di essere cremati. Questa pratica è stata adottata anche in Germania.