La letteratura del Sommo Poeta si incontra al patrimonio artistico del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) nella mostra Divina Archeologia, che illustra Mitologia e storia della Commedia di Dante. Nel 700° anniversario dalla scomparsa del poeta, il MANN celebra non solo Dante ma anche i personaggi, reali e fantastici, della sua Divina Commedia. Inaugurata il 6 dicembre, la mostra resterà visibile fino al 2 maggio 2022.
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Mostra Divina Archeologia: la presentazione alla stampa dell’evento
Divina Archeologia viene definito come “un lavoro corale”. A sottolinearlo la curatrice della mostra Valentina Cosentino. Il progetto nasce grazie al contributo delle Regione Campania e alla collaborazione dell’Ateneo Federiciano. In particolare con l’aiuto del prof. Gennaro Ferrante e delle dott.sse Fara Autiero e Serena Picarelli. Responsabili del progetto “Illuminated Dante Project”. Figure essenziali per poter affiancare ai reperti le miniature dei manoscritti medioevali del poema dantesco. La mostra con i suoi 56 reperti è divisa in due sezioni. La volontà di raccontare i 5 miti più famosi della storia antica insieme alla disponibilità effettiva dei reperti custoditi nei depositi del MANN hanno creato la prima sezione della mostra in cui vengono raccontati Achille, Ercole, Teseo, Enea e Ulisse. La seconda sezione è invece una galleria di personaggi raccontati con ritratti o reperti inediti. È il caso di Caronte, rappresentato da 4 monete inedite della Necropoli di Santa Teresa.
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Mostra Divina Archeologia: l’intervista al direttore del MANN Paolo Giulierini
La mostra espone 56 reperti, 40 dei quali provengono dai depositi del MANN. Cosa pensa del fatto che queste opere possono finalmente essere ammirate da tutti?
“Credo sia un atto doveroso dei musei condividere questo straordinario patrimonio. Tra l’altro gli oggetti che sono nei nostri depositi hanno una dignità assolutamente pari a quelli esposti. Non possono e non devono trovare posto nella mostra solo per motivi di superficie. È una sorta di atto di rispetto ed amore per il nostro pubblico”.
Divina Archeologia viene affiancata dal podcast su Spotify. Il connubio tra storie antiche e tecnologie moderne è un’unione vincente?
“È una nuova modalità di divulgare i contenuti relativi ad oggetti fisici. Lo stesso Covid ci ha insegnato l’importanza delle tecnologie. Il podcast, con il pathos trasmesso nella sua narrazione, insieme ai QrCode posti nella mostra che rimandano ai manoscritti digitalizzati aumenta la possibilità comunicativa di ciascun opera”.
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Mostra Divina Archeologia: l’importanza della cultura e i futuri progetti
“Penso semplicemente che chi ha invento la parola τέχνη [téchne] era un greco. La Grecia ci ha insegnato come non sia possibile scindere tra questi due mondi. La tecnologia senza contenuti umanistici è poca cosa. E ovviamente anche la cultura ha bisogno di tecnologia per arricchirsi”.
Per concludere, tra i prossimi appuntamenti ci sarà la mostra “Giocare a regola d’arte” curata proprio da lei. Qualche anticipazione?
“Si è trattato di un’esperienza molto interessante. Abbiamo voluto ripercorrere le modalità di gioco dei bimbi del mondo antico per confrontarle con quelle dei bimbi di oggi. Abbiamo attinto alla tradizione del collezionismo degli anni ’50. Ad esempio la prima Barbie del Novecento è stata messa a confronto con le bambole in osso dell’età romana”.