Mostro Firenze. Dopo anni dai tragici fatti nel capoluogo toscano, la famiglia di Mario Vanni ha chiesto la revisione del processo. L’uomo era stato condannato all’ergastolo per i fatti intercorsi tra il 68 e l’82. La famiglia non ha mai smesso di lottare. Il Vanni è diventato, negli anni, un personaggio suo malgrado iconico per aver coniato il termine “compagni di meranda”. Era infatti così solito riferirsi alla cricca contadina imputata durante il processo e che vedeva come autore materiale degli omicidi del mostro il Pacciani.
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Mostro Firenze: la famiglia di Mario Vanni chiede la revisione del processo

Mostro Firenze. Si apre un nuovo capitolo della storia del serial Killer che tra il 68 e l’82 aveva mietuto circa 16 vittime in Toscana. La famiglia dell’imputato ha depositato presso la Corte d’Appello di Genova la richiesta di revisione del processo che ha portato alla condanna all’ergastolo per Mario Vanni. Il “compagno di merende” di Pietro Pacciani. A renderlo noto sono stati i legali del nipote del postino di San Casciano. L’uomo è venuto a mancare nel 2009 alla veneranda età di 81 anni.
Assieme a Giancarlo Lotti, Vanni venne condannato al processo bis per gli ultimi quattro omicidi collegati al mostro. Parliamo dei delitti di Montespertoli del 1982; quello di Giogoli del 1984; quello del medesimo anno avvenuto a Vicchio e, per finire, quello di Scopeti del 1985. Durante l’appello del 1999, nonstante il PG avesse chiesto l’assoluzione il Vanni venne condannato all’ergastolo mentre il lotti ebbe “solo” 26 anni.
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Il Vanni e i “compagni di merende”


Il Vanni è diventato un personaggio suo malgrado iconico a causa di alcune sue deposizioni durante i vari processi che lo videro imputato. Fu infatti proprio il Vanni a coniare l’iconico termine “compagni di merende”. Lo fece durante le testimonianze rese durante i processi di primo grado e di appello che vedevano imputato Pietro Pacciani. Vanni venne interrogato in qualità di amico di Pacciani. Mentre gli veniva posta una domanda rispetto alla sua occupazione, senza alcun motivo, l’uomo rispose: “Io sono stato a fa’ merende co’i Pacciani, no?“. Mario Vanni venne poi accusato e condannato assieme al Lotti come complice di Pacciani nei delitti del mostro a seguito del processo dei “compagni di merende” come venne rinominato prontamente dalla stampa.