Napoli da brividi: i 10 luoghi più misteriosi di Partenope

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Piazza Garibaldi

La città di Napoli è ricca di luoghi suggestivi e avvolti nel mistero. Lo stretto rapporto tra il popolo partenopeo e il mondo dei defunti, la magia e l’esoterismo, è testimoniato dalle leggende popolari piene di simbolismo di cui la città è testimone (leggi anche: Leggende napoletane – La campanella caprese).

Tra i siti più noti c’è il Duomo di Napoli, dove sono custodite le reliquie di San Gennaro. Il sangue è conservato in due ampolle che sono mostrate al pubblico il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre ed il 16 dicembre. In tali giorni avverrebbe il miracolo, ovvero lo scioglimento del sangue del santo. I napoletani seguono con apprensione il rito. La storia riporta che quando il miracolo non si è compiuto la città è stata colpita da sciagure: la Seconda Guerra Mondiale, le epidemie e il terremoto in Irpinia.

Anime di Napoli

palazzo donn'anna

  • Palazzo Donn’Anna: deve il suo nome alla bella Anna di Carafa. Prima di lei, era abitato dalla regina Giovanna d’Angiò. Quest’ultima seduceva i suoi amanti per poi gettarli tra le onde. Pare che ancora oggi si odano i lamenti delle vittime provenire dal mare.
  • Napoli sotterranea: una città sotto la città. I greci scavarono i cunicoli nel tufo e i romani costruirono cave per i loro acquedotti. Il sito fu utilizzato come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio in quel periodo si diffuse la leggenda del Munaciello. Questo personaggio dispettoso si intrufolava nelle case attraverso i labirinti di Napoli sotterranea. In realtà, si trattava di un pozzaro che attraversava quei canali indossando un saio.
  • Piazza San Domenico Maggiore:  si dice che, nelle notti senza luna, nella piazza si odano i lamenti di Maria d’Avalos, che cerca il suo amante. Maria era la moglie di Carlo Gesualdo, principe di Venosa. La donna fu scoperta dal marito assieme al suo amante, Fabrizio di Carafa, duca d’Andria. I due furono uccisi dai sicari dell’uomo, che espose i loro corpi sulla porta di casa in segno di disonore.
  • Palazzo degli Spiriti a Marechiaro: i pescatori del luogo riferirono di una musica provenire dal palazzo e di una figura che suonava la cetra di notte. Secondo un’altra storia, il palazzo era sede di falsari. Per nascondersi da occhi indiscreti, applicavano teli bianchi alle finestre. Questo potrebbe aver alimentato le voci sulla presenza di spiriti e fantasmi.

Leggi anche: Palazzo Donn’Anna, ingresso gratis per le Giornate Europee del Patrimonio 2018

 Napoli misteriosa
Napoli

  • Piazza del Gesù Nuovo: qui si erge l’obelisco dell’Immacolata, una struttura in marmo, decorata da busti di santi gesuiti ed episodi biblici legati alla Vergine. Sulla sommità dell’obelisco è posta la statua in rame dell’Immacolata. Si dice che le ombre della notte trasfigurino le decorazioni in inquietanti raffigurazioni.
  • Il Cimitero delle Fontanelle: conserva i resti delle vittime dell’epidemia di peste del 1656 e del colera del 1836. I napoletani hanno adottato i teschi (capuzzelle) in cambio di protezione, prendendosene cura e adornandoli con corone e monili. Sono i teschi delle anime pezzentelle, ovvero di coloro che in vita versavano in condizioni economiche difficili.
    Napoli
  • Chiostro di Santa Chiara: qui vagherebbe in pena il fantasma della regina Giovanna, apparendo solo il giorno della sua morte. Guardare il suo fantasma negli occhi provocherebbe la morte della sfortunato avventore, poiché la regina è ancora in collera per il suo brutale assassinio.
  • L’isola della Gaiola: tante le tragiche storie sull’isola. Nel 1926 una donna tedesca annegò mentre vi si dirigeva con la teleferica. Anni dopo, la barca che trasportava gli alunni del collegio fu travolta dalle onde. Un ricco imprenditore tedesco vi abitò a lungo prima di essere rinchiuso in una clinica psichiatrica. Tra i suoi numerosi ospiti vi fu anche Gianni Agnelli.
  • Cappella San Severo: strettamente legata al principe Raimondo di Sangro, noto per le sue capacità alchemiche ed esoteriche. Si narra che abbia insegnato al Sanmartino – scultore del Cristo Velato – il segreto della marmorizzazione del velo e che uccise due servi per studiarne il sistema circolatorio.