Il protocollo tra il Provveditorato campano dell’amministrazione penitenziaria e la Procura di Napoli, firmato nel dicembre scorso, prevederebbe il reclutamento di detenuti come ausiliari giudiziari per sopperire alla carenza d’organico e all’alta mole di lavoro. Quindi i detenuti campani molto probabilmente lavoreranno negli uffici della Procura di Napoli. Non appena la notizia è trapelata, è esplosa la polemica.
Detenuti al lavoro in procura: una vera opportunità pre Napoli?
Un’opportunità per i detenuti, anche grazie all’articolo 27 della nostra Costituzione, che invita alla rieducazione del condannato. La convenzione affiderebbe ai detenuti la movimentazione di atti e fascicoli. A decidere a chi affidare il lavoro sarà un gruppo di lavoro congiunto delle amministrazioni contraenti. Ovviamente dovrà esserci l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Il provveditorato campano applicherebbe unicamente a detenuti meritevoli la possibilità di partecipare al progetto. Per il detenuto ciò implica nuove competenze acquisite, che potrà spendere anche all’uscita dal carcere. Tra l’altro, il reinserimento sociale e nel mondo del lavoro vede spesso l’Italia indietro rispetto agli standard europei.
Detenuti al lavoro in procura, esplode la polemica tra favorevoli e non
Ovviamente l’opinione pubblica si divide in due. C’è chi è favorevole al progetto, che riqualifica persone offrendo nuove opportunità lavorative; ma non mancano le critiche. In primis il Comitato lavoratori e giustizia, che esprime perplessità per il funzionamento degli uffici giudiziari, prevedendo un peggioramento e il non rispetto dell’utenza finale. Espressi anche dubbi sulla sicurezza di fascicoli. La carenza d’organico di ausiliari giudiziari però è un problema destinato ad aggravarsi. I progetti di lavoro di pubblica utilità , già previsti dalla legge ed eseguiti a titolo totalmente gratuito, potrebbero essere una soluzione. Il pensionamento del personale, il numero dei fascicoli e l’inizio della paralizzazione del servizio richiedono una risoluzione urgente. Gli aiuti esterni sono previsti dall’art. 20 ter della legge 354/75, che dispone gli ammessi a prestare attività a titolo gratuito e volontario per pubblica utilità .