

Napoli proteste reddito Durigon: secondo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon le proteste sono ingiustificate. Il sottosegretario annuncia che ci saranno altre opportunità di formazione e lavoro. Nella giornata di ieri proteste al Sud. Riportate le parole di De Luca di qualche settimana fa.
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Napoli proteste reddito Durigon: “Sono ingiustificate!”


Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha affermato che le proteste contro il ridimensionamento del reddito di cittadinanza sono ingiustificate. Durigon lo ha detto in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Il sottosegretario ha chiosato: “Le persone che protestano pensano che avranno un disagio permanente dalla perdita del Reddito di cittadinanza. Noi stiamo lavorando per una prospettiva diversa, basata sull’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Del resto, abbiamo abbondanza di dati sul fatto che le aziende ricercano in maniera crescente lavoratori, ma non riescono a trovarli. I cinque stelle dicono che il governo non vuole dare una risposta ai poveri. Non è così. Abbiamo confermato il sussidio, che ora si chiama Assegno per l’inclusione, per le famiglie in stato di bisogno con minori o disabili o over 60. Mentre pensiamo che gli altri si debbano mettere in gioco”.
Continua dicendo: “I numeri più grandi sono concentrati in due regioni: Campania e Sicilia. Le persone, proprio perché hanno perso il Reddito, saranno stimolate a iscriversi subito alla piattaforma che metteremo a disposizione dal primo settembre. Lì troveranno corsi di formazione e offerte di lavoro”.
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Il Presidente della regione Campania qualche settimana fa sul reddito diceva: “Credo sia stato un intervento sbagliato da parte del Governo. Inviare un sms per informare decine di migliaia di persone che da inizio agosto non avranno un aiuto. È un trauma sociale che avremmo dovuto fare di tutto per evitare. È chiaro che si sapeva che ci sarebbe stata questa scadenza, ma quando parliamo di famiglie, di persone, non possiamo usare l’algoritmo o un sms. Credo che oggi abbiamo la possibilità, per via informatica, di sapere prima di mandare telegrammi in giro, quali sono le famiglie che possono continuare ad avere un aiuto, almeno fino al 31 dicembre. Utilizziamo le tecnologie ed evitiamo di costringere le persone ad andare sulla piattaforma informatica per chiedere poi l’aiuto. Sono persone che fanno fatica pure ad utilizzare il cellulare. Questo tema va affrontato con la sensibilità e la delicatezza necessaria.”