Napoli reddito cittadinanza – Ancora truffe sul reddito di cittadinanza. Nella sola provincia del capoluogo campano, da gennaio oltre 500 denunciati. Truffavano lo Stato incassando il sussidio spettante a chi si trova in reale difficoltà, e tornano a divampare le polemiche. Vediamo meglio cos’è successo.
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Napoli reddito cittadinanza: 1167 famiglie coinvolte
Provincia di Napoli. Carabinieri, INPS e Ispettorato del Lavoro hanno iniziato un nuovo filone d’indagine. Da ottobre 2021 hanno incrociato dati, valutato posizioni, seguito soldi e valutate le circostanze.
Una nuova inchiesta, un “bis”, che ha svelato dati molto più drammatici e vergognosi rispetto a quelli della precedente.
La scorsa indagine aveva infatti portato a scoprire, tra truffe e irregolarità, circa 1,5 milioni di euro sottratti alla misura di solidarietà sociale. Questa volta le cifre sono molto più alte. Anche se tra indagati, irregolari e denunciati i numeri sono più bassi. La volta scorsa erano 20mila persone per 1,5 milioni. E ora?
L’inchiesta, conclusa nei giorni scorsi, ha infatti portato a scoprire 1167 nuclei familiari, per un totale di circa 2300 persone coinvolte, in una speculazione ai danni di società e Stato con profili preoccupanti. 1204 persone hanno percepito indebitamente il sussidio. Alcuni, 651, con erogazioni irregolari, cioè con una quantificazione errata da parte dell’ente erogatore – probabilmente, è un’ipotesi al vaglio, anche a causa di errori nelle trasmissioni da parte dei caf. Altri, 553, hanno invece ottenuto il sussidio illecitamente, truffando lo Stato.
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Napoli reddito cittadinanza: l’ammontare
Provincia nord di Napoli maglia nera, con un terzo del maltolto (2,8 milioni) concentrato a Marano. Ma anche nella città non manca chi ha sottratto parecchio alla società. Nelle municipalità 1 e 2 di Napoli, infatti, circa un milione di euro è finito in tasca a circa 160 persone. Molti anche i titolari di reddito di cittadinanza senza diritto. È il caso di Napoli centro dove, complici alcuni italiani, 139 cittadini romeni riuscivano a percepire il sussidio pur non risiedendo in Italia da 10 anni.
Oltre ai percettori illeciti e oltre ai “facilitatori” italiani, nel mirino anche alcuni commercianti. Molti avevano seguito l’esempio dell’alimentari di Ponticelli, che faceva fare una spesa falsa, faceva pagare tramite carta dando, poi, il contante con una “piccola” trattenuta del 15% per il servizio reso. Un vero e proprio bancomat di cittadinanza!
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Napoli reddito cittadinanza: le polemiche
![pallavolista truffato, pos bloccati oggi](https://informa-press.it/wp-content/uploads/2021/11/Progetto-senza-titolo-111-300x211.jpg)
![pallavolista truffato, pos bloccati oggi](https://informa-press.it/wp-content/uploads/2021/11/Progetto-senza-titolo-111-300x211.jpg)
Ennesima truffa del reddito di cittadinanza, insomma. Ed ennesime critiche alla misura da esponenti di Italia Viva, Azione, Più Europa, Fratelli d’Italia e Lega (che pur quella misura l’aveva votata e difesa). Questi partiti si uniscono alle voci di Briatore, Borghese eccetera che criticano la misura da sempre. Perché “toglie la voglia di lavorare”. Con argomentazioni diverse ma ugualmente critiche anche certa sinistra estrema, che parla di “misura liberale che non dà prospettive di lavoro”.
Dall’altro lato gli strenui difensori della misura: MoVimento 5 stelle, PD, Articolo Uno, Sinistra Italiana e qualche piccola componente della coalizione giallorossa.
La misura per loro è giusta e non va tolta, perché aiuta a combattere la povertà.
Alcuni distinguo nell’arco politico e sul territorio però ci sono. Alcuni esponenti di Forza Italia, dell’Udc, di Possibile e del PSI si spendono a favore della salvaguardia della misura, ma non così com’è ora. Tra i punti di forza c’è quello di rendere sconveniente, per chi cerca lavoro, il farsi sottopagare. Secondo Istat, due offerte lavorative su tre sono in elusione e violazione dei contratti collettivi.
Retribuzioni troppo basse per monti ore eccessivamente elevati.
C’è chi auspica un potenziamento del reddito di cittadinanza. Aumentando l’ammontare, affiancando una vera e propria formazione professionale, ma rivedendone criteri e metodi d’assegnazione. Ma notizie come queste, purtroppo, spingono troppo spesso alla disaffezione, e può sembrare più facile dire “leviamo il sussidio” che “cambiamo le regole”.