Napoli, ritrovato il Salvator Mundi rubato da San Domenico Maggiore

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Napoli Savator Mundi
Ph presa della pagina facebook del Museo Doma. San Domenico Maggiore Napoli

Napoli Salvator Mundi: è stato ritrovato a Napoli in una camera di un appartamento di via Strada Provinciale delle Brecce. Il dipinto, scuola di Leonardo risalente al XV secolo, fa parte di una collezione custodita presso il museo della Basilica di San Domenico Maggiore.

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Napoli Salvator Mundi, il quadro ritrovato in un appartamento a Napoli

Napoli Salvator Mundi
Ph presa della pagina facebook del Museo Doma. San Domenico Maggiore Napoli

Il ‘Salvator mundi’ è stato ritrovato all’interno di appartamento napoletano sito a via Strada Provinciale delle Brecce. Il proprietario dell’abitazione è un 36enne senza precedenti. E’ stato rintracciato poco distante dall’abitazione e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per ricettazione.

Il Cristo Benedicente raffigurato in questa tavola fa parte di una collezione custodita presso il museo della Basilica di San Domenico Maggiore. Più precisamente è conservata nella Sala degli Arredi Sacri.    

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La storia del quadro

Napoli Salvator Mundi
Ph presa della pagina facebook del Museo Doma. San Domenico Maggiore Napoli

Chi sia l’autore del dipinto napoletano è ancora un mistero. La tela è ancora molto ben conservata dati i pochi, se non nulli, spostamenti che ha subito dalla sua realizzazione sino a oggi. Senza alcun dubbio, l’opera fu acquistata da Giovan Antonio Muscettola. Di famiglia partenopea e consigliere di Carlo V, fu per quest’ultimo ambasciatore alla corte del Papa.

 Il dipinto fu acquistato durante una delle sue missioni diplomatiche nel nord Italia. Si pensa che sia stato acquistato a Milano. Per questo motivo si pensa che l’opera sia stata realizzata da un lombardo. Tale ipotesi, ha un certo fondamento perché in quel periodo era presente una scuola leonardesca che tentava di riprodurne lo stile di Da Vinci.

Noto agli studiosi di Leonardo da Vinci perchè ha preso parte a delle esposizioni nel 1983-1984, nella mostra di “Leonardo e il leonardismo a Napoli e a Roma”.