Napoli vietato morire! È la naturale conseguenza a una profonda situazione di disagio nell’ambito della municipalità. Anche nascere sembra sia diventato un problema. Il perché di tutta questa situazione? La risposta a questa domanda è: mancanza di personale all’anagrafe.
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Napoli vietato morire e nascere nei giorni festivi!
A dirla così, questa affermazione sembrerebbe parte di una storiella destinata a far ridere. Una di quelle barzellette che si raccontano al bar, davanti agli amici e qualche boccale di birra. Magari chi ascolta si farebbe anche una risata di spirito, immaginando chissà quale finale. E invece tutto questo accade per davvero. Succede nel capoluogo della Campania, la bella Napoli. Entro le sue mura c’è il divieto di morire nei giorni festivi e durante i feriali – anche se non c’è nessun cartello ad avvisare la gente. Come se questi spiacevoli eventi si potessero controllare! Il divieto abbraccerebbe anche le nascite. In realtà, qui non si tratta di alcun regime proibizionistico, bensì di un problema all’interno degli uffici dell’anagrafe. Ecco il dramma: le scrivanie sono vuote, manca il personale.
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Napoli vietato morire: la proposta municipale
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Napoli vietato morire: una situazione senza precedenti!
Occorre subito una inversione di rotta con nuove ingressi. Le mille assunzioni annunciate dal Comune in tre anni sono un pannicello caldo considerando che a breve andranno in pensione altri 1200 dipendenti. Bisogna assumere e stabilizzare gli istruttori socio educativi per gli asili nido che sono collocati come idonei in graduatoria da cinque anni e vengono chiamati ogni anno a tempo determinato. Bisogna stabilizzare i quaranta dipendenti del REI che a giugno e a dicembre arrivano a trentasei mesi di lavoro effettivo e che non sono evidenziati nei profili del Concorsone”.