Dopo aver ottenuto il via libera dalla Casa Bianca, Jim Bridenstine, amministratore della NASA, l’agenzia spaziale più famosa del mondo, ha annunciato che entro il 2024 l’uomo tornerà sulla Luna. Ciò accadrà grazie al progetto Artemis, che prende il nome dalla sorella gemella di Apollo, dea della Luna.
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NASA: al via i lavori per lo sbarco sulla Luna
Bridenstine ha inoltre affermato che il nuovo budget “permetterà di accelerare lo sviluppo del razzo Space Launch System e della capsula Orion, che supporteranno lo sviluppo di un sistema di atterraggio sulla Luna e quello dei robot che precederanno l’uomo sulla superficie lunare“. La strutturazione della nuova missione, inoltre, aumenterà il lavoro presso i centri NASA. C’è bisogno di supporto e competenza tecnologica per la stazione in orbita lunare e per quelle destinate all’esplorazione della superficie.
Il razzo, una volta completato, sarà lungo circa 61 metri (compresi motori e serbatoi). Si tratterà di uno dei più grandi mai costruiti dalla NASA. Il record precedente era di 43 metri.
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A 50 anni dalla prima volta
Con l’inizio dell’era lunare, si iniziò a parlare anche di colonizzare il satellite. Per mancanza di finanziamenti e risorse tecnologiche, questo piano fu abbandonato. Per decenni si è pensato che fosse inutile studiare la Luna, focalizzando l’attenzione su Marte e le Stazioni Spaziali Internazionali. Eppure il nostro satellite ha ancora tanto da svelarci.
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Artemis, come si articola il progetto
- Il trasporto degli astronauti all’interno di un sistema che include un elemento dedicato al trasferimento dal Gateway (piccola stazione orbitale lunare) all’orbita bassa della Luna;
- Un elemento dedicato alla discesa che li conduca dall’orbita alla superficie del satellite;
- Un altro elemento dedicato esclusivamente alla risalita per riportare gli astronauti al Gateway.
La NASA sta già lavorando con diverse aziende americane per lo studio del veicolo di trasferimento. Tra queste ci sono Aerojet Rocketdyne, Sierra Nevada Corporation, Masten Space Systems. Per velocizzare il lavoro, la NASA ha inoltre preso in considerazione un’opzione contrattuale che potrebbe permettere alle aziende di iniziare a lavorare già durante le trattative.