Nike celebra le donne “folli”: l’emozionante spot che unisce sogni e coraggio

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Isteriche, teatrali e melodrammatiche: queste definizioni hanno per secoli definito la sfera emotiva e personale delle donne, costituendo un ostacolo alla loro realizzazione personale nei campi più disparati. Nel 2019, però, Nike ha fatto della loro “follia” un punto di forza, celebrando con uno spot da brividi la tenacia, la sensibilità e le vittorie di tante figure femminili.

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Dream Crazier: lo spot Nike

Lo spot della Nike – nota multinazionale di abbigliamento sportivo – è un inno allo sport e al riscatto. È un grido di battaglia, la rivendicazione di un’uguaglianza che fatica ancora ad affermarsi.

Se mostriamo emozioni, ci chiamano drammatiche. Se vogliamo giocare contro gli uomini, siamo matte. Se sogniamo pari opportunità, siamo illuse. Se ci arrabbiamo, siamo isteriche, irrazionali o pazze“. Lo spot si apre con queste parole della testimonial, la talentuosa tennista Serena Williams. Prosegue elencando una serie di “prime volte”, di donne che per prime hanno sfidato le imposizioni sociali correndo una maratona, tirando di boxe, schiacciando a pallacanestro, allenando una squadra di NBA, gareggiando in hijab o battendo ogni record.

Si parla di professioniste che con impegno e perseveranza hanno rotto gli schermi e si sono ritagliate uno spazio nel mondo dello sport. “Se ti chiamano pazza, bene, mostra loro cosa può fare una pazza!“. L’invito è a non lasciarsi scoraggiare, a inseguire i propri sogni a dispetto delle opinioni altrui.

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Nike contro le disparità di genere

nike donna uomo parità genereLo spot della Nike accende i riflettori su una questione ancora irrisolta, quella della disparità di genere. Nonostante i passi avanti e l’evoluzione socio-culturale della nostra società, è innegabile che le donne siano spesso ancora discriminate in quanto tali. Sono ancora troppi gli ambiti in cui faticano a emergere e a ottenere le condizioni lavorative delle controparti maschili.

In questo dislivello gioca un ruolo cruciale la diversa percezione delle emozioni. Se un uomo esprime rabbia in ambito lavorativo è “comprensibile”. Se a farlo è una donna è colpa degli ormoni o di frustrazioni derivanti dalla sua vita personale. La sfera emotiva femminile sembra quindi essere un deterrente per “ridimensionare” la capacità di una donna di far fronte a situazioni difficili e diventa sintomo di una scarsa professionalità.

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Emozioni gender free?

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A onor del vero, anche per gli uomini l’emotività è una questione spinosa. Nell’immaginario comune, il maschio è predisposto al comando. La sua “naturale” vocazione al controllo giustificherebbe quindi espressioni di rabbia, forza, competitività o dissenso. Si parla di maschilismo tossico, ovvero la forzata attribuzione all’uomo di comportamenti violenti, sessualmente aggressivi o privi di emotività. Sono quindi spesso scherniti uomini che piangono, che si mostrano indifesi o insicuri.

Occorrerebbe tener presente, come molti esperti continuano a ripetere, che le emozioni non hanno genere. È necessario che ognuno esprima – a prescindere dalla sua identità sessuale – il proprio modo di essere, senza sentirsi giudicato e per questo inadatto o sbagliato. Nike, con il suo toccante esempio, invita a uscire fuori dagli schermi comportamentali che assorbiamo fin dall’infanzia e a realizzare i propri desideri.

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