Noemi Gherrero, attrice e conduttrice Rai, è alla guida del programma “Le parole per dirlo” in onda ogni domenica mattina. Crede fortemente che la formazione accademica sia a completamento nell’approccio all’arte e allo spettacolo. Così è stato per il programma, così è stato per il format nato nel periodo della quarantena. Al punto di vista prettamente personale attraverso l’arte fotografica e l’interpretazione, si è aggiunto il punto di vista sull’ambiente e il racconto di un sociale. Questo ha dato vita a “Scomposizioni e fughe dell’anima” attualmente in esposizione a Verona. Abbiamo ospitato Noemi ai microfoni di Informa Press.
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Noemi Gherrero, l’intervista: “Stiamo vivendo un analfabetismo di ritorno, ma la tv può essere d’aiuto”


“Tempo fa la Rai promosse il programma “non è mai troppo tardi” del maestro Alberto Manzi. Il programma si proponeva di colmare deficit linguistici importanti visto l’enorme tasso di analfabetismo che persisteva ancora nel nostro paese.
Il programma fece molto successo ed è ricordato da tutti noi come un fatto e non solo una proposta. Infatti aiutò milioni di italiani a scrivere. I tempi oggi sono cambiati anche se specialisti dicono stiamo vivendo un nuovo analfabetismo, l’”analfabetismo di ritorno”. Con questo processo si intende la perdita costante del significato di molte parole nel corso della vita e il conseguente impoverimento del nostro vocabolario. Questo perché non ci esercitiamo abbastanza e la velocità dei tempi moderni ci impone spesso di stringare le parole”.
Uno scenario che si ripete e nel quale la televisione può essere nuovamente crocevia per invertire la rotta.
“Sì. Le parole per dirlo” è un format nuovo, “smart” come direbbero gli inglesi, che analizza linguaggi. Non più l’italiano da un punto di vista grammaticale ma l’uso delle parole nei contesti attraverso un excursus storico, semantico e processi di stratificazione. La televisione che da sempre è lo strumento più pervasivo che ha la possibilità di arrivare a tutti ha anche una certa responsabilità nella fruizione libera di un servizio che in ogni caso è pubblico. In tal senso la televisione oggi può fare un passo avanti e costituire uno degli elementi attraverso cui ogni singolo individuo può attingere riflessioni, fare ragionamenti, empatizzare con qualcosa che non conosce”.
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Noemi Gherrero, l’intervista: “Restituiamo la verità di un mondo che cambia”
“Certamente. Gli spettatori sono responsabili di un palinsesto tanto quanto chi decide il palinsesto stesso. Uno ci può mettere tutto l’amore del mondo ma se questo non arriva o non interessa, le cose non cambiano”. E questo percorso riguarda soprattutto i giovani, presenti nel tuo programma: “La scelta autoriale di avere dei ragazzi in collegamento è stata vincente, forse l’elemento più importante perché crea uno spaccato interessante. Da una parte ci sono gli accademici che riportano il com’era e il com’è, dall’altra ci sono i ragazzi che restituiscono la loro verità”.
Gli stessi giovani che hanno un’alterata percezione della scrittura, nati in un mondo in cui tutti scrivono continuamente: “Intuitivamente direi che l’avvento dei social ci porta a usare la scrittura per comunicare virtualmente più del parlato. In un mondo sempre più vicino virtualmente e distante nelle relazioni, la scrittura, più intimistica, può sortire un effetto quasi curativo sull’individuo.
Non so però se questo dato sarebbe confermato nelle scuole. Alcuni ragazzi hanno perso la capacità di fare riassunti, anche se dovrebbe essere più facile in apparenza. Invece la difficoltà è reale”.
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Noemi Gherrero, una giovane donna del Sud: “Un riscatto ancora più bello”


Noemi Gherrero ha vissuto le difficoltà di una giovane donna che parte da Napoli e continua: “La macchina della delegittimazione deve necessariamente e sempre inventarsene di nuove, ma non lasciamoglielo credere. Penso che una donna come un uomo possa ambire a tutto ciò che desidera”. Sul suo Sud: “Non ho ritrovato finora in nessuna città se non Parigi, magia e contrasti visibili come a Napoli.
La vivacità culturale, i suoi vicoli illuminati al tramonto, la forza del mare che si apre tra i palazzi e l’estro e l’esoterismo che impregnano le nostre vite, dove tutto è il contrario di tutto. Per alcuni pensare di essere napoletani significa portare con sé anche tutto il pregiudizio che accompagna la nostra gente. Sotto certi versi hanno ragione, anche a me è capitato di sentirmi vista non all’altezza. Ed è per questo che il riscatto è ancora più bello”.
Progetti futuri tra Rai, cinema e teatro
Un’ultima analisi, invece, Noemi Gherrero la dedica parlando dei suoi progetti futuri.” Ho intenzione di crescere insieme al programma sperando nella riconferma. In parallelo, non ho mai lasciato la parte attoriale e performativa. Molte cose bollono in pentola tra film per il cinema e progetti personali soprattutto di ricerca. Punto ad allargare le mie competenze e a fare mie le cose che sento dentro”.