Nucleare Italia, un binomio spezzato quarant’anni fa. La rinuncia alle centrali nucleari in Italia ha rappresentato la dipendenza italiana dalle fonti fossili per oltre il 70%. Non solo, anche dall’importazione di energia elettrica da altri paesi come la Francia. Energia prodotta col nucleare. Ma le nuove tecnologie e la risoluzione europea aprono di nuovo lo spiraglio.
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Nucleare Italia: l’effetto “Chernobyl”
Negli anni 80, il reattore di Caorso fu un sorpasso tecnologico: il reattore di seconda generazione produceva molto di più. Ma il disastro di Chernobyl ha cambiato tutto.
La centrale sovietica, esplosa a causa della pessima gestione da parte di burocrati, e non ingegneri, ha causato un disastro incredibilmente vasto nel cuore dell’Est Europa. E il terrore che qualcosa di simile potesse succedere anche in Italia ha portato a un referendum, il cui esito ha bloccato le centrali nucleari e ci ha resi dipendenti dalle fonti fossili.
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Nucleare Italia: la risoluzione europea
La posizione di questi ultimi giorni dell’Unione Europea, però, ci spinge verso un’altra direzione. Ci spinge a rivedere l’esito dei referendum. Oltre al gas, infatti, anche il nucleare è riconosciuto come fonte energetica sostenibile per l’ambiente.
Questa posizione, unitamente alle nuove tecnologie e alle nuove centrali in costruzione in tutta Europa, lasciano ben sperare. Di parere opposto, com’è noto, gli ambientalisti, mentre gli ecologisti sono divisi.
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Nucleare Italia: è sicuro? Quanto conviene?
Come se non bastasse, le nuove generazioni di reattori sono molto più potenti e molto più sicure. Francia, Germania e Giappone lo dimostrano.
E secondo i recenti studi è anche molto più sostenibile, oltre a essere meno costoso. In attesa del controllo della fusione nucleare, infatti, la fissione causa un inquinamento di molto inferiore alle fonti fossili. Si stima, infatti, che l’impatto ambientale, per inquinamento del terreno e dell’atmosfera, sia di venti volte inferiore rispetto a una centrale a gas.
Ma oltre a essere più sostenibile e più efficiente, è realmente così tanto conveniente? Secondo gli studi più recenti, si. Basterebbero 5 centrali nucleari per renderci indipendenti dal gas russo. Con 15 non avremmo più bisogno di fonti fossili e di importazione di energia elettrica. Vorrebbe dire 23 miliardi in meno di energia elettrica importata e 10 miliardi di euro in gas.
Non un risparmio da poco. Soprattutto per le nostre bollette. In un paese con oltre duecento impianti di cui la metà attiva ad energie rinnovabili che soddisfa circa il 12% della domanda interna. E il resto delle centrali a combustibili, con un impatto ambientale mostruoso. La domanda è una: vogliamo rimanere così?