Nutri-Rare è il nome che Città della Scienza ha voluto dare alla 12° giornata internazionale dedicata alle malattie rare. Un incontro, una discussione e soprattutto una sensibilizzazione su un concetto particolare: il cibo come medicina. (Leggi anche: Social eating, la nuova tendenza gastronomica sbarca anche a Napoli) L’iniziativa – a cura di Marina Melone e Simone Sampaolo, del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate & Centro Interuniversitario di Ricerca in Neuroscienze dell’ Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, con la collaborazione di Giuseppe Sorrentino, dell’ISAFoM-CNR e Valentina Fasano, dell’Associazione Italiana AdrenoLeucodistrofia (AIALD) – ha visto l’incontro tra medicina, scienza, alimentazione, assistenza sociale e sanitaria, sottolineando quanto questi aspetti siano tutti fondamentali per un “malato raro”.
Nutri-Rare: come l’alimentazione può “curare” la malattia
Siamo fatti di ciò che mangiamo: è questo che ci sentiamo dire fin da bambini. Ma se fossimo fatti in modo “diverso”, cosa dovremmo mangiare? Per questo esiste un’alimentazione terapeutica per persone con determinate disfunzioni metaboliche, spesso rare. Tale alimentazione deve nutrire con i macro-nutrienti necessari alla crescita e allo sviluppo del soggetto impossibilitato alla metabolizzazione di determinate sostanze, ma senza provocargli accumuli tossici.
Un valido esempio è l’Olio di Lorenzo per i malati di Adrenoleucodistrofia. Una miscela oleosa povera di acidi grassi che ha reso possibile un miglioramento della vita, e dell’alimentazione, dei soggetti colpiti. Un altro alimento che potrebbe migliorare il decorso di alcune patologie, ma anche semplicemente prevenirle nei soggetti sani, è il “pane marino”. Viene creato con l’acqua di mare, brevettata dall’azienda Steralmar di Bisceglie, in collaborazione con gli studi scientifici del CNR. Grazie a questo metodo, la quantità di sale (potenzialmente dannoso per l’organismo) impiegata per kg di farina diminuisce drasticamente, dal 2,5% all’1,3%.
Nutri-Rare ha voluto trasmettere un messaggio particolare. I cibi speciali non sono solo un modo di nutrire i più deboli, ma diventano una possibilità per integrarli nella società. Nessuno deve sentirsi emarginato, soprattutto a tavola. Marina Melone, con commozione, ha così sottolineato quest’aspetto: “Entrare in sintonia con l’altro è l’unica possibilità di fare comunità”.