Omicidio Cecchettin Turetta ergastolo: Turetta condannato per l’omicidio di Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate. I giudici hanno escluso le aggravanti di crudeltà e stalking. I familiari della vittima, tra cui il padre Gino Cecchettin, hanno espresso dolore. Turetta dovrà anche pagare le spese processuali.
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Omicidio Cecchettin Turetta ergastolo: sentenza
Oggi, martedì 3 dicembre, è stata emessa la sentenza contro Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Il crimine risale all’11 novembre 2023, quando Giulia, 22 anni, fu brutalmente uccisa con 75 coltellate. I giudici della Corte d’Assise di Venezia hanno condannato Turetta all’ergastolo, ma hanno escluso le aggravanti di crudeltà e stalking. La decisione è arrivata dopo ore di Camera di Consiglio, iniziata alle 16.00. Nel corso della giornata, sono intervenuti i familiari della vittima. Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha espresso la sua opinione sulla sentenza. Ha dichiarato: “Oggi nessuno ha vinto. Come padre, non è cambiato nulla”. Gino ha parlato della necessità di un impegno continuo nella lotta contro la violenza di genere. La nonna di Giulia, Carla Gatto, ha manifestato un forte senso di impotenza. Visibilmente sconvolta ha dichiarato: “Porteremo il nostro dolore fino alla tomba. Non proviamo più niente.”
Omicidio Cecchettin Turetta ergastolo: parla il legale
L’avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta Elena Cecchettin, sorella della vittima, ha commentato la sentenza. “La pena è giusta,” ha detto. “Ma escludere lo stalking è un passo indietro.” Gentile ha sottolineato come l’omicidio sia stato frutto di una relazione violenta, con precedenti atti di stalking. Stefano Tigani, avvocato di Gino Cecchettin, ha dichiarato che dal punto di vista risarcitorio è stato ottenuto ciò che era richiesto. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per l’assenza delle aggravanti. Tigani ha aggiunto che la giustizia, pur soddisfacente sotto alcuni aspetti, non ha affrontato tutti i punti del caso. I giudici della Corte d’Assise, infatti, hanno escluso le aggravanti di crudeltà e stalking. Hanno riconosciuto la premeditazione, ma non hanno ritenuto rilevanti gli altri fattori contestati. Questo ha suscitato interrogativi riguardo il trattamento dei reati legati alla violenza di genere.
La condanna all’ergastolo rappresenta la pena massima per Turetta, ma non restituisce Giulia alla sua famiglia. La perdita di una giovane vita non può essere compensata da una sentenza. Gino Cecchettin ha dichiarato che la battaglia per la giustizia continua. Tuttavia, il cambiamento nella società è difficile. La violenza di genere resta una piaga sociale, che non può essere sconfitta solo con le pene. Turetta è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La corte ha disposto risarcimenti per la famiglia Cecchettin: Gino riceverà 500.000 euro, la sorella e il fratello 100.000 euro ciascuno, e la nonna e lo zio 30.000 euro a testa. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 90 giorni. Il caso rappresenta un capitolo importante nella lotta alla violenza di genere. Nonostante la condanna, resta il rammarico per la morte di Giulia.