Omicidio Civitanova, spuntano nuovi video e la posizione dell’aggressore si aggrava. Venerdì scorso un trentottenne nigeriano è stato ucciso a Civitanova Marche a colpi di stampella per strada. La sua colpa è aver “importunato” la ragazza con cui si accompagnava chi gli ha tolto la vita. Fermato un uomo di 32 anni, inchiodato da testimonianze e filmati. Ora escono anche nuovi filmati, e tra gli inquirenti ventila un’ipotesi di reato: omicidio doloso aggravato.
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Omicidio Civitanova: i fatti
La vittima, un nigeriano, è stata colpita con una stampella alla testa ripetutamente. Colpi forti e ravvicinati. All’intervento del 118 e della Croce Verde non c’è stato nulla da fare. Il nigeriano è morto.
La vittima era un noto ambulante residente a San Severino Marche. Alika Ogorchukwu era solito spostarsi sulla costa, a Civitanova, per chiedere l’elemosina dando in cambio pacchetti di fazzoletti
Le forze dell’ordine hanno subito avviato un fascicolo.
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Omicidio Civitanova: le indagini
Stando alle primissime informazioni raccolte sul posto il cittadino nigeriano sarebbe stato colpito e ucciso a colpi di stampella da un 32enne italiano.
Secondo le prime testimonianze raccolte dalla Polizia, alla base del delitto ci sarebbe una lite scaturita per futili motivi. L’uomo ucciso, infatti, avrebbe importunato una donna che si trovava con l’aggressore chiedendole l’elemosina.
Le attività degli inquirenti hanno portato al fermo di un 32enne italiano, ritenuto l’autore della violenta aggressione. E i nuovi video con le nuove testimonianze sembrerebbero inchiodarlo.
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Omicidio Civitanova: Giuseppe Ferlazzo
L’aggressore ora ha un nome e un cognome. Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. Ecco l’identità dell’aggressore italiano, di origini salernitane. Sono stati i testimoni che hanno ripreso l’aggressione ad indicare alle forze dell’ordine l’uomo che nel frattempo si era allontanato come se nulla fosse.
In conferenza stampa i dirigenti di Squadra Mobile e Polizia hanno affermato che “Le indagini sono in corso, ma la situazione è abbastanza chiara. Tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell’aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l’elemosina».
L’uomo si trova in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario e rapina. Ma particolari personali sono venuti fuori sulla situazione psicologica dell’aggressore.
Da giovane, Ferlazzo era stato in una comunità di recupero per tossicodipendenti, dove si era sottoposto a un ciclo di cure durato due anni.
Alcuni problemi psichiatrici invece sarebbero rimasti: sono stati descritti come una sindrome bipolare con comportamenti psicotici e disturbo borderline di personalità. Il ragazzo, infatti, sarebbe stato anche sottoposto a un Tso e a visite al pronto soccorso. Due di seguito solo lo scorso aprile. Spesso Ferlazzo reagiva anche fuggendo.
Nella sua situazione era stata indicata anche un’amministratrice di sostegno, la madre di Ferlazzo, che avrebbe dovuto controllare e gestire meglio i movimenti del figlio.