Omicidio Willy – Tutti ricorderanno il celebre caso di Willy Monteiro. Il giovane morto qualche anno fa a seguito di un pestaggio. Il processo per omicidio si sta celebrando presso la Corte d’Assise di Frosinone e vede imputati i fratelli Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Ma davanti all’assise uno dei fratelli ha reso delle dichiarazioni spontanee.
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Omicidio Willy, una morte orribile
Durante una serata a Colleferro, Willy avrebbe cercato di aiutare un amico. Voleva salvarlo da un pestaggio e alla fine c’è riuscito. Il pestaggio è stato rivolto non all’amico, ma a Willy stesso. Un pestaggio crudo, gratuito e crudele secondo le ricostruzioni. Calci e pugni da arti marziali che hanno gravemente leso e ucciso il ventunenne di origini capoverdiane.
Sin da subito i suoi carnefici furono identificati in una coppia di fratelli. Gabriele e Marco Bianchi, originari di Artena. I due fratelli, esperti in arti marziali, furono fermati dai Carabinieri.
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Omicidio Willy: le reazioni
Sin da subito il fatto ha causato una indignazione generale. In politica, molti furono i partiti a condannare il gesto, stigmatizzandolo come xenofobia e razzismo. L’opinione pubblica ha invece stigmatizzato l’utilizzo delle arti marziali.
Il governo di allora, recependo le istanze di alcuni partiti di maggioranza (PSI e Sinistra Italiana) corse ai ripari. Il presidente della Repubblica, invece, ha conferito la medaglia d’oro al valore civile alla memoria del giovane.
Ma l’indignazione non si è mai fermata, anzi è sempre cresciuta. I presunti aguzzini di Willy, infatti avevano precedenti per rissa, pestaggi, spaccio e riscossione di spaccio per conto terzi.
E ancor più crude alcune delle parole che, secondo alcuni testimoni, sarebbero state pronunciate dai parenti dei fratelli Bianchi davanti ai Carabinieri: “In fin dei conti cos’hanno fatto? Niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario”.
Ma accanto all’indignazione, non sono mancate le polemiche sugli inquirenti e alcune testate. Il testo delle intercettazioni telefoniche della madre degli indagati è finito sui giornali.
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Omicidio Willy: il processo, le parole di Gabriele Bianchi
Per l’avvocato della difesa, però, nessuno dei testimoni avrebbe potuto vedere con chiarezza quello che stava succedendo. La simulazione portata in aula pare esser stata convincente, ma si attende, ora, il pronunciamento della corte d’assise. La sentenza di primo grado potrebbe già arrivare il prossimo 14 luglio.
Ma prima della sentenza, uno dei co-imputati, Gabriele Bianchi, ha voluto rendere spontanee dichiarazioni. “Willy non l’ho toccato nemmeno con un dito. Il pm mi ha descritto come non sono. Io non sarei stato in grado, nemmeno se lo avessi voluto, di fare quello di cui mi si accusa”, ha affermato uno dei due fratelli.
“Willy merita giustizia come la merita la sua famiglia”, ha continuato. Ma, nell’affermare ciò e nell’ammettere i suoi errori del passato, Bianchi continua ad affermare di non averlo ucciso. “Vorrei poter tornare a quella maledetta notte e cambiare tutto. Io sogno ancora di tornare dalla mia famiglia e crescere mio figlio”, ha concluso.