Omosessuali Covid: l’ASL 5 di La Spezia è al centro della polemica, per aver menzionato gli omosessuali fra i soggetti con comportamenti a rischio nel documento di richiesta del vaccino anti-Covid. A denunciarlo il capogruppo del consiglio regionale ligure Ferruccio Sansa.
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Omosessuali Covid: categoria a rischio secondo l’ASL ligure


L’ASL di La Spezia nel mirino delle critiche per un controverso modulo per accedere alla vaccinazione anti-Covid. Nel documento, oltre ai dati anagrafici del richiedente, vengono elencate trenta categorie di soggetti potenzialmente a rischio tra le quali potersi riconoscere. Donne in gravidanza, studenti delle professioni sanitarie, detenuti, e omosessuali. Immediata la reazione del governatore della regione, Giovanni Toti, che chiede immediatamente scusa: “Discriminazione inaccettabile, chi ha sbagliato pagherà.”
Anche il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale Paolo Cavagnaro ha provveduto subito a porre rimedio alla gaffe. “Si tratta di un chiaro errore, lo riconosciamo. Mi scuso con la comunità Rainbow ligure“. ha detto, fornendo ulteriori informazioni sul modulo per le vaccinazioni Covid. Fra le cause della gaffe ci potrebbe essere quella di aver ricalcato nell’elaborazione del modulo del vaccino “un vecchio documento usato per le donazioni di sangue, quando ancora l’omosessualità era indicata tra i comportamenti a rischio” spiegano dall’azienda.
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La denuncia su Facebook di Ferruccio Sansa


Il modulo incriminato è balzato agli onori della cronaca dopo essere stato condiviso su Facebook dal giornalista Ferruccio Sansa. Caustico il suo commento: “Ci augureremmo che fosse un fake. Per questo abbiamo cercato di chiedere informazioni all’Asl5. […] Chiediamo alla Regione, ad Alisa e all’Asl5 come sia stato possibile inserire – senza la benché minima evidenza scientifica – l’essere omosessuali nelle categorie di comportamenti a rischio.”
Inutile dire che il caso ha scatenato immediatamente una bufera politica. “Chiediamo scusa ai cittadini liguri per non essere riusciti ad evitare di essere governati da una classe dirigente di questa natura“, attaccano da Pd e Articolo 1 i consiglieri regionali Davide Natale e Luca Garibaldi. Anche Raffaella Paita, deputata di Italia Viva, esprime sdegno: “Non è uno scherzo ma una vergogna che deve essere subito cancellata.”