OMS morti Covid: l’Organizzazione Mondiale della Sanità svela un dato piuttosto preoccupante sul reale bilancio dei decessi in tutto il globo per la pandemia. A fronte dei 5,4 milioni di morti dichiarati dai vari Paesi colpiti, la conta salirebbe a ben 15 milioni circa. Si tratta di un dato triplicato. Ma com’è possibile un tale divario tra quanto ufficialmente riportato e quanto invece è realmente accaduto? La risposta si trova probabilmente nell’inefficienza dei vari strumenti di rilevazione statistica utilizzati dagli Stati. Ecco le spiegazioni dell’OMS.
Ti consigliamo come approfondimento – Referendum giustizia, al voto il 12 giugno. Ecco i cinque quesiti su cui nessuno sa di dover votare
OMS morti Covid: come si è arrivati a 15 milioni?
- In Egitto i numeri superano di 11,6 volte i dati reali;
- In India, dove si stima ci siano stati ben 4,7 milioni di morti totali, i dati dichiarati superano di ben 9,9 volte quelli reali;
- In Pakistan si passa a cifre superiori di 8 volte ai dati ufficiali;
- In Indonesia di 7,1 volte;
- In Bangladesh il divario sarebbe di 5 volte;
- In Bolivia 4,5;
- In Serbia 4,4;
- In Kasakistan 4,2;
- Nelle Filippine 3,6;
- Anche in Russia i morti dichiarati sono molto meno di quanto calcolato dall’OMS. Almeno di 3,5 volte. Si tratta di più del triplo di quanto effettivamente riportato dai dati ufficiali.
Ti consigliamo come approfondimento – Pain Olympics, prima del “Porta Potty”: la folle moda di tagliarsi il p**e
Le conseguenze del divario
Anche il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è espresso al riguardo, ponendo l’accento sull’importanza di intensificare e migliorare i sistemi di rilevazione e monitoraggio delle informazioni sanitarie: “Questi dati che fanno riflettere non solo indicano l’impatto della pandemia, ma anche la necessità che tutti i Paesi investano in sistemi sanitari più resilienti. Sistemi in grado di sostenere i servizi sanitari essenziali durante le crisi, compresi strumenti di informazione sanitaria più forti. L’Oms si impegna a lavorare con tutti i Paesi per rafforzare i loro sistemi informativi sanitari per generare dati migliori per decisioni migliori e risultati migliori”.