Il 29 marzo torna l’ora legale. Gli italiani dovranno spostare le lancette un’ora avanti nella notte tra il 28 e il 29, passando dalle ore 2.00 alle 3.00. L’Italia ha inoltre deciso di dire “no” al nuovo ordinamento del Parlamento europeo che, dal 2021, darà ai Paesi membri dell’UE libero arbitrio sul fuso orario da avere, abolendo così il cambio dell’ora.
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Ora legale: quando e come cambiare le lancette
Si avvicina il giorno in cui torneremo all’ora legale. Domenica 29 marzo 2020 ci sarà lo spostamento delle lancette un’ora in avanti. Si passerà dalle 2.00 alle 3.00. Si dormirà un’ora in meno, ma in compenso inizieremo ad avere delle giornate più lunghe a disposizione.
L’ora legale arriva in primavera per sfruttare le ore di luce estive. L’idea di questo cambio orario è attribuita a diverse persone, tra cui:
- Benjamin Franklin, che ne scrisse sul quotidiano francese Journal de Paris, mirando al risparmio energetico;
- Il biologo George Vernon Hudson, che propose alla Royal Society della Nuova Zelanda lo spostamento delle lancette per avere a disposizione più ore di luce durante le giornate.
Sta di fatto che solo nel 1916 ci fu il primo via libera. I primi ad approvare il cambio d’ora furono gli inglesi, seguiti poi da altri Paesi. Dal 2001, in tutti i Paesi dell’UE l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e termina con l’ultima domenica di ottobre. In Italia invece, dopo svariati abolizioni e conferme, fu emanata una legge definitiva sul cambio d’ora negli anni ’60, periodo in cui il fabbisogno energetico era un forte problema.
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Perché l’Italia ha detto no all’abolizione del cambio d’ora?
- Mancanza di valutazione su vantaggi e svantaggi;
- Ordine economico: con il cambio d’ora gli italiani risparmiano sul fatturato energetico annuo;
- Le differenze di fusi orari tra gli Stati potrebbero mettere a rischio il corretto funzionamento del mercato comunitario.