Se Barcellona non parla con Paganico

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overtourism barcellona

L’abbiamo letto un po’ tutti questa estate. Alcuni abitanti di Barcellona hanno protestato vivamente contro l’eccessiva presenza di turisti in città (overtourism). La protesta, con le sue modalità, ha fatto il giro del mondo. Dall’altra parte però, e in Italia ne siamo pieni, molti borghi faticano a esistere lanciando progetti su progetti (qualcuno ricorda le case a 1 euro? Ebbene, esistono ancora, ma non hanno fatto furore) ma non riuscendo a trovare la quadra.

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Overtourism: bisogna lavorare insieme

Finale X Factor 2024 NapoliDue problemi opposti, ma nello stesso “spazio”. Il punto è che le grandi città e i borghi abbandonati devono rendersi conto di far parte dello stesso ecosistema, e di non poter materialmente gestire il turismo senza parlarsi.

Invece non è così: le grandi città parlano solo con le grandi città e i piccoli borghi tentano, con gran difficoltà (perché mancano le strutture, ma ancora più spesso la programmazione e le volontà), di lavorare solo tra loro, dimenticando che il turismo non si fa attirando il simile, ma il diverso, colui che da te cerca “altro” rispetto a quello a cui è abituato.

E se da una parte le grandi città hanno una rete capace di sostenere un forte flusso di traffico, con cosa i piccoli borghi potrebbero portare acqua al loro mulino? Con una parola che tutte le metropoli possono provare a spendere ma non avranno mai fino in fondo: l’esclusività.

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Overtourism: Paganico Sabino e i Borghi del Respiro

Il piccolo borgo può offrire molto di quello che dà la grande città (arte, cultura, storia, natura, paesaggio, panorama), un po’ di quello che la grande città non potrà mai darti completamente (una grande qualità del sonno, aria pulita, esperienze enogastronomiche dall’ottimo rapporto qualità/prezzo) con un qualcosa che la grande città non ti darà mai: l’esperienza di farlo vivere solo a te. In gergo tecnico: “l’esclusività”.

E dato che i piccoli borghi non sono affatto lontani dalle grandi città, (spesso basta un’oretta di macchina o di treno), il turista potrebbe vivere le esperienze di entrambi i contesti senza sovraccaricarne uno, ma impegnandosi a rispettare l’altro.

Possiamo fare l’esempio di Paganico Sabino, a un’ora da Roma o dalle cascate delle Marmore. Paganico Sabino fa parte dei Borghi del Respiro, una iniziativa nazionale, promossa dalla Associazione Nazionale Borghi del Respiro con il coordinamento scientifico del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria Crea, Centro politiche e bio-economia. In breve, in questi borghi si respira aria pulita. Perché c’è tanto verde, c’è poco inquinamento (e questo spesso porta anche a un’ottima qualità dell’acqua), non c’è caos, folla o traffico. Ovviamente la tranquillità è spesso parte integrante dell’offerta.

Overtourism: l’esperienza di Paganico Sabino

A Paganico Sabino c’è Andrea Felici, che con la sua Casa sul Fiordo ha creato un’esperienza soltanto da replicare. Non vi dirò le caratteristiche della sua casa vacanze (perché quelle meritano di essere scoperte senza spoiler), ma le basi della sua idea. Lui ha studiato il meglio di tutto quello che Paganico ha da offrire e lo ha “connesso” per creare una esperienza multisensoriale per i suoi clienti.

Andrea non è un semplice host, ma una guida diretta sul territorio, capace di accontentare i bisogni vacanzieri di tutti i suoi clienti. Così a Paganico puoi scoprire un artigiano-musicista-pittore che nel frattempo cucina in un modo che non ti sogneresti mai (Cammini sull’Acqua); un uomo che costruisce bambole e fa ballare fantocci enormi sul fuoco per rispettare le antiche tradizioni legate all’agricoltura (Le Pantasimette); un panorama da urlo, semplicemente, sul Bevedere della Rocca, punto più alto del paesino; e un lago recente, e perfettamente balneabile, che regala un’oasi di tranquillità, bellezza e pulizia a prezzi incomparabili (per chi viene dalle tribolazioni balneari della Campania, un sogno a occhi aperti).

Il tutto in un paesino che d’inverno non fa più di 100 abitanti, ma capace, semplicemente essendo quel che è, di attrezzare una settimana di relax vacanziero a dei turisti che hanno enorme bisogno di staccare.

Perché questo dovrebbe essere il claim: “Venite nei piccoli borghi!
Qui si sta più freschi e nessuno vi romperà le scatole!“.

Vi pare poco? Pensateci un attimo e capirete che spesso è tutto quello che serve. Così aiuterete voi stessi e, senza fare alcuno sforzo, anche il pianeta. Date un’occasione a Paganico e ai Borghi del Respiro: scoprirete un’estate da cui non vorrete più tornare indietro.

E le grandi città? Le potrete raggiungere in poco tempo, concentrando la vostra esperienza (magari prenotando ciò che maggiormente vi interessa) e massimizzando i vantaggi. Ma tornando a riposare laddove vi aspettano tranquillità e pace. E il racconto di un’Italia che ha sempre meno voce e per questo diventa ancora più prezioso conoscere e supportare.