Patrick Zaki Senato. Da Palazzo Madama arriva la conferma della cittadinanza italiana per il giovane detenuto in Egitto. Un atto simbolico, certo, ma anche la possibilità per il nostro paese di incalzare l’Egitto per la sua scarcerazione.
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Patrick Zaki Senato: approvata la cittadinanza per lo studente
Approvato in queste ore a Palazzo Madama un ordine del giorno per concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. Il 29enne egiziano studente all’università di Bologna è detenuto nel suo paese d’origine, in attesa di processo, da più di un anno. L’accusa è di propaganda sovversiva: il giovane avrebbe condiviso sui propri social messaggi contro il governo egiziano. Con questo gesto simbolico il Senato chiede al Governo di impegnarsi a “intraprendere tempestivamente ogni ulteriore iniziativa presso le autorità egiziane per sollecitare l’immediata liberazione” del 29enne.
208 i voti favorevoli, 33 astenuti e nessun contrario per questa votazione. Sono stati i senatori di Fratelli d’Italia ad astenersi dal voto. “Siamo convinti che per raggiungere l’obiettivo della sua liberazione la strada da seguire sia quella della diplomazia” ha spiegato il capogruppo Alberto Balboni.
Zaki: il messaggio di speranza rivolto all’Italia
L’iniziativa di oggi, oltre al significato fortemente simbolico, ha anche una finalità pratica. In quanto cittadino italiano, ora il nostro governo può intensificare le pressioni sul governo del Cairo per la sua scarcerazione. O – quantomeno – per un processo equo.
Intanto, due giorni fa Zaki ha ricevuto la visita in carcere della sua fidanzata. A lei il giovane ha regalato una copia del libro Cent’anni di solitudine, di Gabriel Garcia Marquez. Sulla copertina Zaki ha appuntato un messaggio per i suoi sostenitori italiani, amici e colleghi di università: “Resisto ancora, grazie per il supporto”. Secondo quanto riportato dalla pagina Facebook “Patrick Libero“, il giovane sarebbe in buone condizioni di salute fisica. E sarebbe anche a conoscenza degli ulteriori 45 giorni di detenzione che il giudice ha stabilito per lui in attesa del processo.