Pedopornografia nelle chat WhatsApp: video shock. 400 arresti in tutto il mondo

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2019
pedopornografia chat whatsapp

Pedopornografia chat WhatsApp: un’indagine a livello mondiale ha smantellato più di cento gruppi in cui venivano diffusi video di abusi su piccolissimi. Una grande operazione di polizia che ha portato all’arresto di insospettabili. 

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Pedopornografia chat WhatsApp: gli arresti di oggi

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Un’indagine durata ben due anni quella che ha portato a ben 432 arresti in tutto il mondo. In quest’operazione, sono state smantellate ben 16 associazioni criminali e identificati oltre 140 gruppi pedopornografici. Si tratta della più importante operazione della polizia negli ultimi anni contro la piaga della pedopornografia online.

Sfruttando le potenzialità di WhatsApp e Telegram, i maniaci si scambiavano immagini e video di abusi su minori. Il profilo del maniaco che si nasconde dietro questi video è variegato: dall’imprenditore in carriera allo studente, dal pensionato all’impiegato statale, dal professore universitario al vigile urbano. L’età dei coinvolti va dai 18 ai 71 anni.

In Italia sono stati coinvolti oltre 300 uomini della Polizia Postale sotto copertura. 81 degli arrestati sono italiani, provengono da tutte le regioni del paese. Il 35% degli arrestati proviene da Lombardia e Campania.

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Pedopornografia chat WhatsApp: l’organizzazione dei gruppi

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Stando alle dichiarazioni della Polizia, si trattava di veri e propri gruppi “finalizzati alla condivisione di foto e video pedopornografici ritraenti vere e proprie violenze sessuali su minori, a volte anche neonati“. Al loro interno vigevano regole severe per scongiurare il rischio di essere scoperti e per evitare la diffusione del materiale. Non appena un utente iniziava ad essere sospettato di essere una potenziale spia, veniva immediatamente espulso dal gruppo. Oltre allo lo scambio di foto e video delle violenze sui bambini, c’era anche la possibilità di ottenere contatti diretti con le vittime.

Certamente la pandemia e il lockdown hanno favorito il fiorire di questi gruppi e la circolazione di materiale pedopornografico. In questo periodo di emergenza sanitaria, infatti, molti bambini si sono ritrovati davanti al PC – spesso da soli, senza la tutela di un adulto, più vulnerabili e più facilmente vittime di adescamenti.