Importanti novità in arrivo per le pensioni di invalidità. È previsto un aumento per gli importi delle pensioni spettanti agli invalidi al 100%. Il provvedimento entrerà in vigore già con l’approvazione – prevista per queste ultime ore, ma ulteriormente slittata dopo i rilievi della Ragioneria di Stato – del Decreto Rilancio alla Camera dei Deputati. Non tutti però possono accedere al “bonus”: di seguito tutti i dettagli.
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Pensioni di invalidità: l’aumento è un diritto costituzionale
La Consulta ha dunque stabilito il 23 giugno – in seguito alla questione di legittimità costituzionale, sollevata dalla Corte d’appello di Torino – che la legge “non assicura i mezzi necessari per vivere” agli inabili. Il caso specifico che ha portato alla presente decisione riguarda un soggetto con tetraplegia spastica neonatale, incapace sia di svolgere i più comuni atti quotidiani, sia di comunicare con il mondo esterno. Il cosiddetto “incremento al milione”, previsto già da tempo – nello specifico dall’art.38 della legge n. 448 del 2001 – dovrebbe dunque finalmente essere riconosciuto agli invalidi civili totali, che quindi vedrebbero aumentarsi la pensione di quasi il doppio: l’importo salirebbe a 516,46 euro.
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Raddoppio delle pensioni di invalidità: l’approvazione
Anche il premier Conte, durante l’incontro con i presidenti della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), negli ultimi giorni degli Stati Generali, aveva anticipatamente dichiarato la volontà del governo di aumentare le pensioni di invalidità: “Un piano di rilancio rivolto al nostro Paese non può essere realizzato senza tenere conto delle persone disabili e senza pensare all’inclusione a tutti i livelli. Tra gli obiettivi strategici riteniamo prioritario quello per un’Italia più equa e più inclusiva”.
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A chi spetta il raddoppio?
- Che abbiano compiuto il 18° anno di età;
- Che abbiano un reddito personale annuo inferiore ai 6.713,98 euro.
E per tutti gli altri invalidi? Al momento non sono previste novità. In Italia i disabili sono circa 1,2 milioni e una “pari” tutela economica per l’intera categoria non è attualmente realizzabile. Conti alla mano, lo Stato dovrebbe infatti aggiungere alle pensioni attuali un surplus di 3,6 miliardi di euro annui.