L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) parla chiaro: in Italia abbiamo bisogno di rivedere la struttura del sistema pensionistico. L’Italia ha una delle età di accesso alla pensioni più alte d’Europa: 67 anni con almeno 20 anni di contributi. Ben 4 in più rispetto alla media dei nostri vicini europei.
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Pensioni anticipate: ecco come funziona in Italia
La pensione anticipata si può richiedere, fin dall’1 gennaio 2012, tramite una domanda messa a disposizione per i lavoratori dipendenti e autonomi.
Da gennaio 2019 ne possono usufruire gli uomini con un minimo di 42 anni e 1 mese di contributi. Per le donne basterà un minimo di 41 anni e un mese. Per avere questi requisiti bisogna aver versato almeno 35 anni di contributi. Per chi accede alla pensione anticipata, a meno di 62 anni, si applicherà una riduzione dell’1% per ogni anno anticipato alla pensione; ovviamente prima si va in pensione, più aumenta la percentuale di trattenuta.
La domanda di pensione anticipata si può richiedere:
- Tramite web;
- Chiamando il numero di telefono 803164 gratuito da rete fissa o il numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico;
- Enti di Patronato e intermediari autorizzati dall’Istituto.
Il tutto disponibile sul sito dell’Inps.
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Italia: secondo l’Ocse è previsto l’aumento dell’età
Paragonando i termini del nostro Paese con quelli europei, notiamo che per andare in pensione c’è bisogno di 3 anni in più di anzianità per gli uomini e 4 per le donne. Dunque l’Ocse prevede un vertiginoso aumento dell’età pensionabile per gli italiani.
Con la pensione contributiva, infatti, si potrà lasciare il lavoro solo al compimento dei 71 anni.
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Italia vs Europa: scontro tra pensioni (in ottica Ocse)
Come accennato prima, l’Italia è chiaramente fuori regola per quanto riguarda l’età in cui ricevere le pensioni.
Addirittura i lavoratori italiani vanno in pensione 3 anni prima dei loro equivalenti dell’area Ocse.