Pensioni Quota 41: il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha annunciato che entro la fine della legislatura sarà approvata la nuova manovra. Si andrà così in pensione con 41 anni di contributi versati e senza il requisito dell’età anagrafica. “A me sta tanto cara e posso garantire che poi si farà. Se sarà fatta quest’anno o comunque il prossimo lo vedremo. Ma sia come Lega, che come governo vogliamo senz’altro portare a casa questo risultato”. Così ha dichiarato Durigon sulla nuova Quota 41.
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Pensioni Quota 41, Durigon: “Un impegno sicuro entro la fine della legislatura”
Pensioni Quota 41 – Tra le nuove manovre in programma in Parlamento, è stata nominata anche la Quota 41 per il sistema pensionistico. A parlarne è stato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Lo stesso ha annunciato che entro la fine di quest’anno, o entro la fine della legislatura, la manovra prenderà vita. Non vi sarà alcun requisito di età anagrafica: si andrà in pensione con 41 anni di contributi versati. Si tratterebbe di uno step successivo a Quota 103, con la quale si può uscire da lavoro con 5 anni di anticipo e 41 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2023.
Queste, ha dichiarato Claudio Durigon, sono “tutte le azioni che si possono mettere in campo. Da un minimo di garanzia, che può essere rappresentato dalla proroga che si può dare per assodata di Quota 103, ad altre misure che possiamo prendere. È vero che non abbiamo ancora definito le risorse, ma ci sono alcune cose che certamente non si bypassano”.
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Pensioni Quota 41, previsti anche ristori più esaustivi per tutte le donne
Con la Quota 102 di Draghi andarono in pensione 108.000 persone con la Quota 103, come la chiamate voi coi 41 anni di contributi ed il 62 anni di età, già oggi sono 17.000 quelli che hanno lasciato il lavoro in anticipo. Poi ci sono tutte le altre domande in lavorazione, per cui raggiungeremo certamente le 40-50.000 uscite previste a fine anno. Prima bisogna capire la consistenza delle risorse e conoscere la sostenibilità delle varie misure. E poi possiamo dare le risposte migliori”.
Infine, Claudio Durigon ha parlato anche di un altro problema, ossia “Opzione Donna”. “Anche di questo abbiamo riferito al tavolo, spiegando ai sindacati che sicuramente nella realizzazione del nuovo sistema pensionistico metteremo in campo un’azione per le donne. Al 90% resterà Opzione donna, che però è uno strumento molto invasivo, visto che prevede una decurtazione del 30% degli assegni. Però, sicuramente, già oggi con gli strumenti che abbiano possiamo dare ristori alle donne anche molto più esaustivi. Stiamo studiando anche questo: dobbiamo capire qual è lo strumento giusto da adottare”, ha concluso il sottosegretario.