Peste suina africana: a Roma è stato ritrovato un cinghiale deceduto a causa di questa malattia. Non sappiamo ancora se si tratta di un’epidemia vera e propria; le autorità laziali sono al lavoro per stabilire proprio questo. La Coldiretti denuncia la mancata mobilità che si sarebbe dovuta adottare in precedenza.
È giunta alle porte della nostra Capitale. L’immortale Roma ha visto la registrazione di un caso di Peste suina africana. Più precisamente presso il Parco dell’Insugherata, che in questo momento è sotto dovuti controlli. È stato infatti ritrovato un cinghiale morto, che ha subito scatenato una riunione della task force del Lazio nella serata di ieri. Il Commissario straordinario nazionale alla Peste suina africana, Angelo Ferrari, ha rilasciato una nota. In questa si apprende che da venerdì sarà messo a disposizione “il numero verde della Protezione Civile regionale per segnalare eventuali ritrovamenti di animali morti e attivare immediatamente i servizi veterinari”. La Coldiretti, in proposito, denuncia l’immobilità delle Istituzioni. Le addita per non essersi interessate alle attività di prevenzione in seguito ai casi registrati pochi mesi fa in Piemonte e in Liguria. Nel prossimo paragrafo vedremo la dichiarazione del Presidente di Coldiretti.
In merito alla situazione, commenta Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti: “Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato. Per il contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e città fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini. Abbiamo più volte evidenziato il rischio della diffusione della Peste Suina Africana attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica attraverso:
le attività venatorie;
le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19;
le azioni programmabili nella rete delle aree protette.
Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria. Perché è mancata l’azione di prevenzione. Come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla presenza in Italia di più di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale.”
La Peste suina africana (abbreviato PSA) è una malattia virale che colpisce gli animali, principalmente gli appartenenti alla famiglia dei maiali e dei cinghiali. Per i nostri amici a quattro zampe è sinonimo di letalità, mentre per noi essere umani no. Se nel 2014 l’Est dell’Europa ha dovuto fronteggiare una vera e propria epidemia, in altre parti del mondo non è affatto conosciuta. La Peste suina non è mai arrivata né in America settentrionale, né in Australia né in Giappone – gli estremi del globo. Invece, in Italia la PSA era conosciuta solo in Sardegna. Si parla col verbo al passato poiché, da come si apprende qui, la malattia ha raggiunto anche la terraferma. Già all’inizio di quest’anno abbiamo osservato una situazione simile, ma in Piemonte e Liguria. Come se si trattasse di una barzelletta, proprio nell’isola sarda si sta registrando un netto miglioramento della situazione epidemiologica.