Una petizione contro lo schwa: una e rovesciata può distruggere l’italiano?

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Petizione schwa da abolire – Il linguista Massimo Arcangeli lancia una petizione contro lo schwa. Più di 20.000 le persone raggiunte. Molti i filosofi, i linguisti, i letterari e gli intellettuali coinvolti. Secondo Arcangeli, la vocale dell’inclusione non porterebbe giovamento alla lingua. Di tutt’altro avviso Vera Gheno e le tante voci che parlano di una necessità di un cambiamento espressa della società.

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Massimo Arcangeli a la petizione schwa: “in pericolo la lingua italiana”

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Simbolo grafico dello schwa

Il sistema vocalico italiano ha una storia molto varia e articolata. Il territorio della penisola ha una variazione di parlato ampia. Tre isoglosse dividono l’Italia in tre parti, ma la realtà è ben diversa. Basti pensare alle differenze di pronuncia di alcune parole tra nord e sud o tra centro ed est.

Lo schwa è una vocale neutra e ha una pronuncia che si avvicina al wa. È molto diffusa nelle lingue e nei dialetti del sud, in particolar modo nel napoletano. Questa piccola vocale, negli ultimi anni, sta assumendo un ruolo molto importante, come paladina, vittima e martire.

Paladina per tutte quelle persone che vogliono abbattere le differenze di genere. Vittima per tutti coloro che ritengono sia un pericolo per la lingua. Martire per chi ancora non comprende quali siano le questioni a essa legate. Massimo Arcangeli, docente di Linguistica italiana presso l’Università di Cagliari, ha lanciato una petizione su Change.org. Il suo intento? Difendere la lingua italiana.

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Le ragioni della petizione schwa 

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Massimo Arcangeli (dalle pagine social del docente)

La petizione “Lo schwa (ə)? No, grazie. Pro lingua nostra” ha subito fatto parlare di sé. Ha già raggiunto oltre 20.000 firme. Tra queste si annoverano quelle di accademici e intellettuali, come Alessandro Barbero, Luca Serianni, Cristina Comencini, Ascanio Celestini, Massimo Cacciari e Barbara De Rossi. Anche il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, si è schierato contro l’abuso dello schwa. 

Il 25 gennaio, lo schwa è apparso in un documento ufficiale. Si tratta di un verbale della Commissione per l’Abilitazione Scientifica nazionale alle funzione di professore universitario di prima e seconda fascia. Arcangeli sottolinea l’uso indiscriminato, anche laddove non necessario, della vocale neutra. “Siamo di fronte a una pericolosa deriva, spacciata per anelito d’inclusività da incompetenti in materia linguistica, che vorrebbe riformare l’italiano a suon di schwa“. Tra le motivazioni del docente vi è la preoccupazione che tale simbolo possa aggravare dislessie e patologie neuroatipiche

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Petizione schwa: una e rovesciata può creare divisioni?

Servizio Civile UniversaleArcangeli, però, va oltre. Lo schwa breve ə indica i singolari, mentre quello lungo ɜ i plurali. Per il docente, questo è un corpo estraneo alle regole ortografiche e fono-morfologiche della nostra lingua. Punta quindi il dito contro i tanti sociolinguisti che sorreggono invece lo schwa, considerando la loro una imposizione. Tra gli studiosi a favore troviamo Vera Gheno, linguista, scrittrice, accademica, traduttrice e ricercatrice presso l’Università degli Studi di Firenze. Nel suo lungo percorso divulgativo, ha specificato spesso che lo schwa non sia affatto un’imposizione. Piuttosto, è un’occasione, un esperimento per portare alla luce la scarsa inclusività della nostra lingua. La studiosa traccia i contorni di un uso prevalente del maschile in forma assoluta. Basta un uomo, in un gruppo, per passare dal tutte a tutti. Viceversa, invece, la forma non muta.

In Francia, nel parlato, si è diffuso l’uso del pronome Iel, una contrazione dei pronomi Il ed Elle. Come lo schwa, è una proposta per rendere più neutra la lingua. Questa necessità è espressa dalla stessa società. Un gruppo di persone sta chiedendo di essere riconosciuto e incluso. Se la lingua è il mezzo con cui interagiamo tra noi per comprenderci e comunicare, forse è il caso di capire quali sono le opportunità di crescita e sviluppo che questa ha da offrire. 

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