Piante carnivore che passione! Affascinanti e sempre più richieste

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Tra le tante passioni del popolo italico, anno dopo anno, si sta facendo sempre più strada quella delle piante carnivore. Tanti “pollici verdi” rimangono affascinati dalle caratteristiche uniche di queste particolari piantine.

Le piante carnivore (dette anche piante insettivore) intrappolano e consumano protozoi e animali, specialmente insetti,  per ottenere i nutrienti essenziali per la loro crescita (leggi anche Dieta post Natale: come tornare in forma dopo le festività). Infatti, proliferando in ambienti come paludi, torbiere e rocce affioranti sono “costrette” a catturare e a digerire proteine animali. Ne esistono circa 600 specie in tutto il mondo ma andremo a conoscere meglio le tre che più facilmente sono reperibili in Italia. Attenzione però: le possiamo ritrovare solo tra gli scaffali di grandi supermercati e da alcuni fiorai. In natura, nel nostro paese, non esistono o sono estremamente rare.

Piante carnivore: la Dionea

La Dionea, detta anche acchiappamosche, è sicuramente la pianta carnivora più conosciuta al mondo. Addirittura è stata la protagonista di una storia di “Piccoli Brividi” e molto spesso è utilizzata come scenografia in alcuni film horror. Ciò che la rende cosi famosa è sicuramente il suo sistema di trappole. Una “bocca dentata” che si chiude appena un insetto ci si poggia sopra.

Piante carnivoreLa Dionea non è facilissima da coltivare ma ha una buona resistenza. Quando si rinvasa dopo l’acquisto non serve un terreno normale ma è necessaria una miscela di torba acida di sfagno (50%) e perlite (50%). La collocazione della pianta è fondamentale: la Dionea ha bisogno di molta luce e di un ambiente piuttosto umido. È quindi importante collocarla in una zona molto soleggiata e lontana dalle correnti d’aria. In inverno può rimanere all’esterno poiché sopporta anche alcuni giorni di gelate. Per quanto riguarda l’irrigazione, è consigliabile tenere sempre pieno il sottovaso. L’acqua, però, non deve essere assolutamente quella del rubinetto. Questa ,infatti, è ricca di calcare che provocherebbe il perimento della pianta. Perciò si deve utilizzare  l’acqua piovana o quella distillata. Nelle stagioni fredde bisogna togliere l’acqua dal sottovaso limitandosi a tenere umido il terreno.

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Piante carnivore: la Nepenthes

Le piante carnivore Nepenthes sono originarie delle zone tropicali e sono diffuse soprattutto nel Sud-est asiatico, in Madagascar, nelle Seychelles, in India, nello Sri Lanka e in Australia.

Alle estremità delle foglie si formano degli ascidi molto simili a dei “fagioli” aperti nellaPiante carnivore parte superiore. Gli insetti vengono attirati all’interno degli ascidi dal profumo che questi emettono e non appena si trovano dentro vengono sciolti da un liquido contenente pepsina. A differenza della Dionea, le Nepenthes sono piante rampicanti che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli. Per il terreno e l’acqua ,invece, vale lo stesso discorso della “collega” carnivora. In estate ha bisogno di essere posizionata all’esterno alla luce ma non diretta. In inverno è preferibile portarla all’interno.

Piante carnivore: la Sarracenia

Piante carnivoreÈ la pianta più “forte” delle tre. Le foglie sono di forma tubulare. Si sono evolute in una sorta di imbuto in grado di intrappolare insetti. Le foglie producono, inoltre, enzimi per digerire le prede. Gli insetti sono attratti sia da una secrezione nettarina sia da una combinazione di colori e profumi. La trappola consiste in un tubo verticale (ascidio) la cui sommità è parzialmente coperta da un opercolo. Se l’insetto entra nel “tubo” attirato dalla nettarina, rimane stordito e non riesce più a uscire. Cosi la pianta lo assorbe lentamente. L’estremità tubulare, a seconda della specie, può assumere diverse dimensioni e diversi colori. Per il terreno e l’irrigazione vale lo stesso discorso della dionea.

E voi? Siete già stati rapiti dalla loro bellezza?