Con la nostra rubrica di Parthedodè, associazione attiva da anni nella tutela del patrimonio enogastronomico locale, eccoci arrivati a parlare di piatti made in Italy, ovviamente partendo da quelli campani. La Campania è tra i maggiori esportatori di cibo nel mondo. Non soltanto i prodotti tipici, ma anche e soprattutto la loro lavorazione li rendono tra le pietanze più pregiate a livello internazionale. La nostra associazione Parthedodé oggi farà un veloce viaggio insieme a voi in questo vero e proprio universo di golosità.
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I primi piatti: qualità e tradizione
Partiamo con i primi piatti della Campania, il miglior modo per iniziare un buon discorso a tavola. Al quinto posto la nostra associazione mette gli spaghetti al pomodorino del Piennolo, un piatto semplice e raffinato, con il tipico pomodorino vesuviano. Al quarto la tradizione supera la voglia di preparazioni elaborate: pasta e patate.
Questa è la ricetta tra le più utilizzate in Italia, ma la variante napoletana è celebre nel mondo. Supera la altrettanto celebre pasta e fagioli in qualità e “abbondanza”. Al terzo posto sua maestà il Ragù, che batte la lasagna e i cannelloni. Questa scelta è non solo per l’antica tradizione di lavorazione della carne, ma anche perché vero e proprio simbolo delle domeniche napoletane. Al secondo posto i nostri esperti optano per i paccheri allo scoglio.
Le varianti senza peperoncino e senza prezzemolo non sono molto apprezzate dai napoletani, ma proprio la discussione genera un maggiore appetito in un piatto che ha tutto il sapore del Mediterraneo. Al primo posto i celeberrimi spaghetti alla Nerano. Sono un piatto che dalla costiera Amalfitana è arrivato nelle cucine del mondo intero. Ancora oggi infatti attira migliaia di visitatori e turisti pronti ad assaggiarlo.
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Piatti tipici Campania: i secondi e i contorni
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Piatti tipici Campania: quando i dolci diventano arte
Qui chiudiamo, anche se si apre un modo sconfinato di ricette e tradizioni della Campania. Dalle zeppole tipiche di San Giuseppe, al torrone beneventano, dalla pastiera agli struffoli, dalla caprese al migliaccio, dai roccocò ai mostaccioli, dal più recente Fiocco di Neve ai Ministeriali di Scaturchio. A contendersi però il trono sono due must della cultura tradizionale pasticcera campana: il babà e le sfogliatelle. Il primo si crea con uova, farina, sale, zucchero, burro, lievito di birra e soprattutto del buon Rum. La seconda può essere sia riccia che frolla e con un pizzico di zucchero a velo sopra. Ovviamente non può mancare a fine pasto un buon caffè e un pizzico di limoncello prodotto in costiera: un pranzo che difficilmente dimenticheremo.
A cura di associazione Parthedodè