Agli inizi di settembre a Napoli si svolgeva la tradizionale festa in onore della Madonna di Piedigrotta. Molto nota è la “Messa degli artisti” celebrata presso il santuario a lei dedicato, oltre a momenti di grande suggestione come la Messa dei Pescatori sull’Arenile a Mergellina e il corteo di barche in mare. Questo evento però, ha origini molto lontane e un passato di grande valore artistico. Non molto tempo fa, infatti, non era solo una ricorrenza religiosa, ma una grande festa popolare in grado di mobilitare l’intera città e riscuotere successo in tutto il mondo.
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Piedigrotta: origini sacre e profane
La festa napoletana è in realtà legata ai baccanali romani. Si trattava di riti propiziatori che si celebravano in onore del dio Priapo, nei pressi della Crypta Neapolitana (detta anche “Grotta di Pozzuoli” o “Grotta di Posillipo”). Era una galleria scavata in epoca romana nella collina di Posillipo. Essa univa l’attuale Mergellina con Fuorigrotta.
Lo storico Svetonio racconta che l’imperatore Nerone, quando soggiornò a Napoli, fece sosta a Piedigrotta per esibirsi nel canto di fronte alla cittadinanza. Già a quei tempi i napoletani si distinguevano per la grande abilità nelle arti musicali.
Il culto di Maria si diffuse in Campania nel III secolo d.C. e i riti pagani furono sostituiti da quelli mariani. Secondo una leggenda, la Madonna apparve a tre fedeli e chiese loro di costruire una chiesa ai piedi della grotta. Il santuario di Santa Maria di Piedigrotta fu edificato nel 1353 proprio sulle rovine dell’antico tempio pagano.
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Piedigrotta: dal pellegrinaggio alla festa popolare
Con gli anni la manifestazione assunse toni sempre più scenografici e carnascialeschi. L’inizio dei festeggiamenti era sancito dall’accensione delle luminarie per le strade. Balconi e atri dei palazzi erano addobbati a festa. Elemento fondamentale erano i carri allegorici. Essi ritraevano personaggi della storia e della tradizione napoletana (come Masaniello, Pulcinella, San Gennaro). Sui carri solitamente c’erano delle vere e proprie orchestrine con mandolini e chitarre. Era inoltre diffusa la pratica dei maritaggi: delle fanciulle di umili origini, le zite, erano sorteggiate per sfilare sui carri fino al Palazzo Reale, dove ricevevano una dote dal sovrano.
Strumento simbolo di Piedigrotta era la trummettella (un cono di latta dipinto che emetteva una suono stridulo). Non mancavano strumenti tradizionali, come putipù, triccheballacche, castagnette e i cosiddetti scucciamienti, che servivano a festeggiare rumorosamente.
Momenti tipici della festa erano la sfilata di vestiti di cartapesta e i fuochi d’artificio sul mare.
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Piedigrotta: la nascita del festival canoro
- Je te voglio bene assaje di Raffaele Sacco (il primo brano a trionfare nell’ambito della gara canora);
- ‘E spingule francese di Salvatore Di Giacomo;
- Funiculì funiculà di Peppino Turco;
- ‘O sole mio di Giovanni Capurro.