Pizzaiolo bestemmia mentre sta svolgendo il suo lavoro, ma il collega che è di fianco a lui lo sente e lo accoltella. È successo a Pompei, nel napoletano, intorno alle 20 di venerdì 18 dicembre. La vittima si trova attualmente in prognosi riservata presso l’Ospedale di Castellammare di Stabia. L’aggressore è stato arrestato e dovrà presto rispondere alle domande degli inquirenti.
Pizzaiolo bestemmia e finisce in prognosi riservata
L’aggressione è avvenuta nella sera di venerdì scorso, il 18 dicembre, in un locale nel centro di Pompei. Stando a ciò che è stato ricostruito, un ragazzo di 22 anni ha usato un coltello per colpire alla gola un suo collega 35enne. Il motivo si annida nelle abitudini del ferito. L’uomo, infatti, è solito esprimersi con delle imprecazioni abbraccianti la religione. Stanco di sentire l’ennesima bestemmia, il giovane ha voluto dare una “lezione” al collega. Quest’ultimo è stato ricoverato d’urgenza all’Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. È stato sottoposto a un intervento chirurgico e ora la sua prognosi è riservata. L’aggressore, invece, è stato arrestato dagli agenti di Polizia locale, i quali lo hanno prelevato con la forza dall’interno del locale. Il colpevole, ancora sporco di sangue, non era intenzionato a uscire allo scoperto. Adesso si trova presso il carcere di Poggioreale. Sarà presto sottoposto a un primo interrogatorio.
Quello della blasfemia è un reato commesso sin dagli albori della religione cristiana e non. È considerato un crimine in tutto e per tutto in particolar modo dalla Chiesa, la quale si fonda ancora sui dieci comandamenti dettati da Dio. Uno di questi, il secondo, è “Non nominare il nome di Dio invano”. Se si aggiunge un’offesa nei Suoi confronti, la situazione dell’uomo si aggrava maggiormente. Considerata, come detto, offensiva nei confronti della religione in sé e dei fedeli, le legislazioni penali vigenti di molti Paesi tendono a punirla. Se in Italia il bestemmiatore rischia di incappare in multe e restrizioni, in India e in Russia finisce in carcere. In altre realtà (come Arabia Saudita o alcuni Stati africani) si rischia anche la pena di morte.