Polonia contro l’aborto: migliaia di donne in protesta a Varsavia

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La Polonia è stata invasa ma questa volta non dai nazisti: migliaia di donne hanno inondato le piazze di Varsavia per protestare contro il divieto di aborto per malformazioni del feto. Il governo polacco ha infatti deciso di privare le proprie cittadine del diritto di scelta.

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La rabbia della Polonia 

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Ph: Elsa Brunet

“To Jest Wojna” ovvero questa è una guerra. La Polonia ha vissuto, questa settimana, momenti di tensione. La scintilla è stata la sentenza del Tribunale costituzionale che il 22 ottobre ha bocciato la legge sull’aborto risalente al 1993 nella parte che prevede l’interruzione di gravidanza per gravi malformazioni al feto. In risposta, in molte città polacche ci sono state manifestazioni in piazza, organizzate dal movimento Strajk Kobiet, un’unione coesa di donne arrabbiate e deluse, stanche di non avere facoltà di scelta per sé e per il proprio corpo.

Il culmine delle proteste, durate più di 8 giorni, arriva alle 17 di venerdì 30 ottobre. Da Varsavia è partito uno sciopero che ha innescato moti di indignazione e manifestazioni anche in altre città del Paese: Bialystok, Breslavia, Katowice, Cracovia, Lublino, Poznan e Lodz. A marciare sono donne, uomini, studenti, tassisti, lavoratori e organizzazioni LGBT+. Queste ultime sono state additate dai media, dalla Chiesa e dallo Stato come complici della rivolta.

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Polonia: divieto di aborto per malformazione del feto

premio strega 2020L’articolo 4.a della legge datata 7 gennaio 1993 sulla pianificazione familiare e la protezione del feto umano, istituiva, in Polonia, le condizioni che rendevano legale l’interruzione di gravidanza:

  • Minaccia per la salute della donna;
  • Atto illecito (stupro o incesto);
  • Grave malformazione del feto.

Nel 2015, il partito conservatore e cattolico PiS (Diritto e Giustizia) vince le elezioni, ottenendo la guida del Paese. Tra il 2016 e il 2018 il governo ha tentato di presentare al parlamento disegni di legge per attuare delle restrizioni alla legge del 1993, spazzati dall’opposizione perpetuata dalle Czarny Protest, donne in abiti scuri che hanno manifestato per il diritto di aborto.

Tuttavia, nel 2019, 119 parlamentari tra PiS, PSL-Kikiz’15 e Konfederacji si sono appellati alla Corte costituzionale affinché l’aborto eugenetico venisse riconosciuto come anticostituzionale. Il 22 ottobre 2020, centenario della nascita di Papa Wojtyła, la Corte costituzionale ha stabilito che l’aborto per malformazione viola i principi della Costituzione, con 11 voti favorevoli e 2 contrari. La sentenza, letta dalla presidente del tribunale Julia Przylebska, intende tutelare la dignità di ogni individuo e la vita.

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La risposta del governo

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Ph: Elsa Brunet

La risposta del governo non è tardata ad arrivare. Il premier Mateusz Morawieck schiera l’esercito, definendo le proteste atti vandalici, un’aggressione a Stato e Chiesa. Il presidente Andrzej Duda ha proposto una legge che valuti l’aborto in caso di patologie fetali.

La preoccupazione per i contagi Covid-19, dovuta alle masse in rivolta, maschera la volontà di reprimere il dissenso delle piazze. La Polonia non si mobilitava così dagli anni ’80, quando il movimento Solidarność abbatteva il partito comunista. Le proteste hanno visto ondate invasive di gruppi di estrema destra, allineate alle autorità politiche e alla Chiesa.

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La resistenza delle donne polacche

coronavirus premio strega 2020 estate psicologoLa legge non è ancora in vigore. Medici e ospedali iniziano però a respingere donne in cerca di aiuto e l’aborto terapeutico non verrà somministrato.
Dai dati statistici risulta che in Polonia:

  • L’anno scorso sono stati registrati 1110 aborti legali, di questi 1074, il 98%, per malformazioni del feto. Circa un terzo era affetto da trisomia;
  • Ogni anno, si registrano tra i 100/200.000 aborti clandestini, praticati in Repubblica Ceca, Germania, Slovacchia e Ucraina.

L’organizzazione femminista Abortion without borders sostiene le donne che necessitano di aiuto e supporto terapeutico e monetario, per raggiungere Paesi esteri nei quali poter proseguire con la pratica abortiva o per ordinare pillole online. L’organizzazione Women on Web offre servizi di aborto telemedico a donne che vivono in Paesi con leggi restrittive.