Pompei è una città ricca di storia e cultura, cuore pulsante di antiche civiltà e popoli. Come tale, nasconde tanti segreti che aspettano ancora di essere svelati. Leggi anche: Pompei sotto le stelle: le date di un evento imperdibile
Pochi giorni fa, nuovi scavi hanno portato alla luce alcune opere nascoste: in particolare, un’iscrizione a carboncino che dimostrerebbe che il Vesuvio eruttò a ottobre e non ad agosto come si è da sempre creduto.
Eruzione del Vesuvio a Pompei: la storia
La storia racconta che il 24 agosto del 79 d.C, intorno all’una del pomeriggio, il Vesuvio iniziò il suo ciclo eruttivo che portò poi al seppellimento di alcune zone di Pompei, Ercolano e Stabia.
Un diluvio di lapilli e scorie si riversò sulle città, inondando le abitazioni e cancellando ogni forma di vita. Il numero delle vittime è piuttosto incerto. Si stima però che almeno 1500 persone persero la vita a causa di questo tragico evento.
Il primo a fornire una descrizione dettagliata della vicenda fu Plinio il Giovane che, in una lettera indirizzata all’amico Tacito, raccontò tutti i particolari di quel terribile pomeriggio.
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Eruzione del Vesuvio a Pompei: la scoperta
L’iscrizione a carboncino è stata ritrovata nella regio V, in un ambiente della casa in corso di ristrutturazione, a differenza delle altre stanze che erano già state rinnovate. L’incisione è datata al sedicesimo giorno prima della calende di novembre, ovvero al 17 ottobre.
Secondo quest’ipotesi, pertanto, l’eruzione sarebbe avvenuta esattamente una settimana dopo, il 24 ottobre.
Oltre a questo sensazionale ritrovamento, sono venuti alla luce tanti altri tesori nascosti. Tra questi troviamo: la “Casa con giardino” e la “Casa di Giove”, ricche di eccezionali affreschi e mosaici pavimentali. Insomma, ulteriori iscrizioni e resti delle vittime che contribuiscono ad aggiungere tasselli fondamentali al puzzle.