Nonostante restino un tabù, i film porno e i contenuti per adulti sono spesso oggetto di discussione, sia tra chi li guarda che tra chi li condanna. Proprio da questi ultimi, arriva in Parlamento una proposta di legge, fortemente voluta dalla Lega e in particolare dal senatore Simone Pillon. L’idea è quella di introdurre sui dispositivi un parental control per la navigazione su contenuti pornografici. Si tratta di una misura che punta principalmente alla tutela dei minori.
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Porno VS Lega: in arrivo il nuovo filtro
Pillon ha parlato di un filtro che blocchi pornografia e contenuti violenti. Tuttavia, non mancano i dubbi in merito. Cosa determina la censura e chi la controlla? Quanto inciderà sulla libera scelta del consumatore? Quali settori saranno interessati?
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Filtro sui siti pornografici: gli interrogativi
Stefano Quintarelli, membro del Gruppo di Esperti sull’Intelligenza Artificiale dell’UE, ritiene inapplicabile il provvedimento. Secondo le linee guida stilate dalla Commissione europea e dal Gruppo europeo dei regolatori, i gestori di servizi non possono bloccare e/o rallentare di proposito l’accesso ad alcuni dati. Inoltre, anche per Quintarelli si pone il dilemma: chi e come può stabilire cosa sia un contenuto inappropriato?
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Pornografia online: la campagna di sensibilizzazione della Nuova Zelanda
Alcune settimane fa, un video prodotto in Nuova Zelanda ha fatto il giro del web, suscitando scalpore. Questo spot di pochi minuti, disponibile con i sottotitoli in italiano sul profilo Youtube di La Repubblica, sensibilizza in primo luogo la famiglia, e in generale gli adulti, a parlare con figli e ragazzi di sessualità.
In molti pensano che il porno sia replicabile, che detti le regole di “buon” rapporto sessuale, ma è tutt’altro. Il suo scopo è eccitare, sedurre la fantasia di chi lo guarda. Un filtro sui contenuti pornografici può essere una soluzione o è forse necessaria una maggiore educazione alla sessualità?