Porno vietato su Internet: la proposta di legge firmata Lega in arrivo

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coronavirus porno

Nonostante restino un tabù, i film porno e i contenuti per adulti sono spesso oggetto di discussione, sia tra chi li guarda che tra chi li condanna. Proprio da questi ultimi, arriva in Parlamento una proposta di legge, fortemente voluta dalla Lega e in particolare dal senatore Simone Pillon. L’idea è quella di introdurre sui dispositivi un parental control per la navigazione su contenuti pornografici. Si tratta di una misura che punta principalmente alla tutela dei minori.

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Porno VS Lega: in arrivo il nuovo filtro

pornoLa proposta di un filtro anti film porno è passata alla Camera, ma in molti si sono già dichiarati contrari. L’obiettivo della legge è proteggere i minori dai rischi legati a particolari contenuti offerti dal mondo virtuale. Il meccanismo del parental control risulterebbe essere a cura del gestore della connettività internet. L’attivazione è automatica e nel caso in cui l’operatore telefonico non rispettasse tale vincolo andrebbe incontro a una sanzione applicata dall’Autorità Garante per le Comunicazioni. Solo il cliente maggiorenne, dopo aver contattato l’operatore, ha possibilità di eliminarlo.

Pillon ha parlato di un filtro che blocchi pornografia e contenuti violenti. Tuttavia, non mancano i dubbi in merito. Cosa determina la censura e chi la controlla? Quanto inciderà sulla libera scelta del consumatore? Quali settori saranno interessati?

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Filtro sui siti pornografici: gli interrogativi

pornoEnza Bruno Bossio, deputata PD, ha proposto alcune modifiche al testo presentato. Queste prevedono che “i sistemi di controllo parentale o di filtro di contenuti inappropriati non siano servizi preattivati ma attivabili su richiesta del consumatore, titolare del contratto. Sarà l’Autorità Garante delle Comunicazioni a disporre, tramite proprio regolamento, le procedure e le specifiche tecniche che gli operatori dei servizi di comunicazione elettronica dovranno rispettare per l’implementazione dell’art. 7bis”. In questo modo la privacy e la libera scelta di ciascun utente non sarebbero sacrificate.

Stefano Quintarelli, membro del Gruppo di Esperti sull’Intelligenza Artificiale dell’UE, ritiene inapplicabile il provvedimento. Secondo le linee guida stilate dalla Commissione europea e dal Gruppo europeo dei regolatori, i gestori di servizi non possono bloccare e/o rallentare di proposito l’accesso ad alcuni dati. Inoltre, anche per Quintarelli si pone il dilemma: chi e come può stabilire cosa sia un contenuto inappropriato?

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Pornografia online: la campagna di sensibilizzazione della Nuova Zelanda

Alcune settimane fa, un video prodotto in Nuova Zelanda ha fatto il giro del web, suscitando scalpore. Questo spot di pochi minuti, disponibile con i sottotitoli in italiano sul profilo Youtube di La Repubblica, sensibilizza in primo luogo la famiglia, e in generale gli adulti, a parlare con figli e ragazzi di sessualità.

In molti pensano che il porno sia replicabile, che detti le regole di “buon” rapporto sessuale, ma è tutt’altro. Il suo scopo è eccitare, sedurre la fantasia di chi lo guarda. Un filtro sui contenuti pornografici può essere una soluzione o è forse necessaria una maggiore educazione alla sessualità?

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