Premio Strega 2020: uomini che spiegano alle donne, tra #metoo e mansplaining

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camicia bianca premio strega 2020

Il Premio Strega 2020 si è distinto dalle precedenti edizioni. L’evento – in “stile Covid”, a porte chiuse – ha visto il trionfo di Sandro Veronesi con il suo libro Il colibrì. Tuttavia, la protagonista è stata Valeria Parrella, l’unica donna tra i finalisti. Al termine della sua intervista, infatti, c’è stato uno scambio di battute con il conduttore, Giorgio Zanchini, e Corrado Augias, che ha poi avuto un’ampia eco sui social. L’autrice, infatti, sembra essere stata estromessa dal discorso sul #metoo successivo al suo intervento. La domanda che ci si è posti è stata: è giusto che gli uomini parlino alle donne delle donne?

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Premio Strega 2020: l’origine della polemica

Al termine dell’intervista a Valeria Parrella, il conduttore del Premio Strega 2020 Giorgio Zanchini ha annunciato un successivo dibattito sul tema #metoo tra lui e Corrado Augias. L’autrice di Almarina ha commentato, sorridendo, E lei ne vuole parlare con Augias? Auguri…”. La frase non è sfuggita al pubblico che ha portato la discussione sui social. Al di la del gossip, il discorso centra un punto spesso dibattuto. Gli uomini possono spiegare le criticità della condizione femminile alle donne? Possono immedesimarsi, comprenderne le problematiche, estromettendo dal discorso le dirette interessate?

L’argomento è sempre attuale e divide l’opinione pubblica. In molti – ma soprattutto molte – si sono schierate a favore della Parrella, rivendicando la riappropriazione di uno spazio di discussione che tocca temi importanti e che necessita della partecipazione delle donne in qualità di parte in causa. Altri, invece, hanno sostenuto che anche gli uomini hanno diritto a parlare della condizione femminile e delle sue mille sfaccettature.

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Premio Strega e #metoo

premio strega 2020L’episodio durante il Premio Strega 2020 non è certo un caso isolato. Sono stati numerosi in passato gli spunti di riflessione. Un importante impulso è stato dato dal movimento #metoo. Si tratta di un movimento femminista divenuto virale a partire dal 2017. Nasce in risposta ai numerosi e continui casi di abusi e violenze sessuali sul posto di lavoro a danno di donne. Tra le principali promotrici ci sono figure femminili molto note nel mondo dello spettacolo. Infatti, #metoo fu l‘hashtag usato sui social soprattutto a seguito delle accuse di violenza sessuale contro Harvey Weinstein.

Il movimento raccoglie le istanze e le voci di donne che si uniscono al corale appello di denuncia di soprusi e ingiustizie di genere. Chi meglio di una donna può capire e raccontare i pregiudizi e gli episodi di violenza subiti dalle donne? In che modo si inserisce la voce dell’uomo all’interno di questo dibattito?

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Cos’è il mansplaining?

coronavirus premio strega 2020“L’accusa” principale è quella di mansplaining. Si tratta di un neologismo formato dalle parole inglesi man (uomo) ed explain (spiegare). Il termine indica l’atteggiamento di uomo che vuole spiegare a una donna – in modo condiscendente o eccessivamente semplificato – qualcosa che la donna conosce già o di cui è esperta, supponendo di saperne più di lei o che la sua interlocutrice non possa comprendere a pieno.

Questo vuol dire che un uomo non è ammesso al tavolo di discussione della condizione femminile? Naturalmente non è questo il senso. Anzi, per porre in essere soluzioni efficaci è necessario lo scambio e il confronto tra il mondo maschile e quello femminile. Il femminismo, infatti, non si basa sulla prevalenza di un sesso rispetto all’altro, ma sulla cooperazione e il supporto reciproco. Solo attraverso lo scambio di idee, esperienze e conoscenze – nel rispetto della sensibilità e delle capacità di ognuno – è possibile attuare il cambiamento di cui la società nella sua interezza ha davvero bisogno.