Professore negazionista Covid sanzionato sul luogo di lavoro: stava spiegando senza mascherina. Malgrado la multa però, la sua attività di propaganda anti-Covid continua sui social.
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Nonostante tutto, c’è ancora chi non crede al Covid
Nonostante le continue notizie dalle terapie intensive e i tragici bollettini sui nuovi positivi e sulle vittime, c’è ancora qualcuno che non crede alla pericolosità del Coronavirus. È accaduto in Lombardia. Il dirigente scolastico di un istituto superiore è stato costretto a chiamare i carabinieri per il mancato rispetto delle norme anti-Covid da parte di un docente. Il professore, un insegnante di storia e filosofia, sarebbe arrivato quest’anno nell’istituto superiore. Subito si sarebbe distinto per la sua propensione a tenere la mascherina sempre abbassata, con sdegno dei colleghi e degli studenti. “L’obbligo di coprire naso e bocca è paragonabile alle leggi razziali del Ventennio fascista“. Queste le dichiarazioni shock che il professore avrebbe fatto ad alcuni dei suoi alunni.
Dopo reiterati quanto inutili richiami, il preside dell’istituto ha quindi pensato bene di chiamare i carabinieri. Questi, dopo aver intimato al professore di indossare la mascherina (senza successo), lo hanno sanzionato per violazione delle norme anti-Covid. Purtroppo neanche la multa ha avuto effetto di deterrente, e la scuola sta valutando se adottare provvedimenti più severi nei confronti dell’insegnante.
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Professore negazionista Covid: i social come ripetitori del suo messaggio
Non solo atteggiamenti negazionisti sul luogo di lavoro. Il professore infatti farebbe largo uso dei social network per diffondere il proprio messaggio. Sul suo profilo Facebook, numerosi sono i post che negano apertamente l’utilità di indossare le mascherine e la crisi sanitaria in atto. Qualche mese fa, inoltre, il prof aveva condiviso un video del premio Nobel Montagnier. Lo scienziato considererebbe il Coronavirus come creazione di laboratorio. Secondo il video, il Covid conterrebbe una sequenza dell’HIV. Inoltre, non si esclude la possibilità che la diffusione del 5g abbia contribuito al potere patogeno del virus.