Proroga cassa Covid. Buone notizie per i lavoratori che hanno usufruito del sostegno previdenziale stanziato dal governo per fronteggiare i danni economici della pandemia. Nel nuovo Decreto Sostegno, allo studio del governo, previste proroghe fino al 30 giugno.
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Proroga cassa Covid: cosa prevede il Decreto Sostegno


In base all’ultima bozza del Decreto Sostegno, 5/6 miliardi di euro sarebbero destinati alla proroga della cassa integrazione Covid almeno fino al 30 giugno. Il provvedimento dovrebbe prorogare ulteriormente la CIG Covid introdotta dal decreto Cura Italia e rinnovata attraverso i decreti successivi (Rilancio, Agosto e Ristori). Al 30 giugno, inoltre, è fissato il termine ultimo per il blocco dei licenziamenti. Due sono le opzioni sul tavolo:
- Proroga della CIG Covid fino a fine anno per tutti i datori di lavoro del settore privato che hanno interrotto/ridotto l’attività produttiva per eventi riconducibili all’emergenza sanitaria;
- Proroga della CIG per altri tre mesi solo per i settori più colpiti dalle restrizioni – servizi e commercio.
Novità anche per i datori di lavoro che hanno usufruito degli ammortizzatori sociali e che rinunciano a chiedere nuovi trattamenti di integrazione salariale. Per loro dovrebbe essere rinnovato l’esonero contributivo alternativo alla CIG.
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In arrivo anche semplificazioni delle procedure
Il governo ha in agenda anche una semplificazione delle procedure relative alla cassa integrazione.
La prima ipotesi allo studio sarebbe quella di sostituire il modello SR41 con il flusso Uniemens, integrandovi i dati relativi alla CIG. Ciò renderebbe lo sblocco dei pagamenti più fluido e velocizzerebbe i tempi di erogazione dei trattamenti di integrazione salariale. Si passerebbe infatti dagli attuali 2/3 mesi a circa 40 giorni. Altre ipotesi di semplificazioni incoraggerebbero il ricorso all’anticipo INPS. Ci sarebbe quindi la possibilità per l’Istituto di erogare direttamente al lavoratore il 40% dell’importo del trattamento spettante nei 15 giorni successivi alla presentazione della domanda. Un’opzione questa finora poco sfruttata dalle aziende.
Infine, il governo starebbe pensando anche a una “live chat”. Grazie ad essa, i lavoratori potrebbero ottenere aggiornamenti sullo stato della pratica che li riguarda parlando con un dipendente INPS.