Raffaele Sollecito Guede mente: questa è l’ultima dichiarazione in merito al contorto caso di Meredith Kercher. È stata rilasciata a ‘Fanpage.it‘, noto giornale online. Il fidanzato dell’epoca della ragazza uccisa il 2 novembre 2007 va contro ogni parola pronunciata da Guede. Secondo lui, infatti, Rudy sta “difendendo quell’angolino di credibilità” per fare i suoi “squallidi interessi”.
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Sollecito Guede mente? La dichiarazione a ‘Fanpage.it’
“Rudy Guede, a mio parere, sta difendendo quell’angolino di credibilità che si è costruito grazie al suo appoggio incondizionato alle indagini della Procura. Indagini piene di fantasie strampalate ed errori giganteschi. Perché Rudy Guede non parla di quello che sa lui, anziché rievocare pezzi di sentenze scritte da alcuni Giudici intervenuti in questo drammatico caso? La ricostruzione del delitto fatta dalla Procura non ha nessun riscontro oggettivo. È pura fantasia. Non c’è alcun riscontro tanatologico sulla successione dei fendenti inferti alla povera ragazza inglese. Ancor di più l’ipotesi di più coltelli è anch’essa pura fantasia senza alcun riscontro, visto che la profondità delle ferite è sempre la stessa. È tristissimo pensare che questo individuo, anziché avere rispetto per una famiglia che ha distrutto, mostrando costrizione e pentimento, continui ancora a raccontare menzogne. Accusando altri di un orrendo delitto, che gli atti processuali dimostrano, che ha commesso da solo. È tutto per fare i suoi squallidi interessi.”
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Sollecito Guede mente? Ecco cosa aveva detto alla scarcerazione
Sono passati quattordici anni dall’omicidio di Meredith Kercher e Rudy Guede è uscito pochi giorni fa dal carcere. Le sue prime parole pronunciate in libertà puntano i riflettori su Amanda Knox. “Il tribunale mi ha condannato per complicità nell’omicidio perché c’era il mio DNA. Ma i documenti dicono che vi erano altre persone e che non sono stato io ad infliggere le ferite fatali. Se avevo le mani sporche di sangue? Sì, perché ho provato a salvarla, non volevo ucciderla. Voglio dire solo che lei dovrebbe leggere i documenti. Affermano che c’erano altri e che non ho inflitto le ferite. Io so la verità e anche lei la sa.”