Covid-19 sconfitto dai raggi solari in pochi minuti. Conferme in laboratorio

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raggi UVA Covid

Raggi UVA Covid. Alcuni scienziati hanno analizzato l’inattivazione del Covid-19 dinanzi alla luce solare. La distribuzione delle particelle virali si distruggono molto più velocemente in presenza di raggi solari. Secondo gli scienziati si potrebbero creare nuovi modi per sterilizzare i luoghi ad alto rischio contagi confrontando Raggi UVA e saliva umana.

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Raggi UVA Covid: ricerca in laboratorio

coronavirus scoperto enzima mascherineUno studio scientifico ha evidenziato che la luce solare rende inattivo il Covid-19. In base ad alcuni calcoli effettuati i raggi solari sono in grado di distruggere le particelle virali. I ricercatori ipotizzano che tale forza possa essere amplificata tramite le gocce di saliva umana. Lo studio è stato effettuato dagli scienziati dell’Università della California di Santa Barbara in collaborazione con altri dipartimenti europei. Gli scienziati sono stati coordinati dal professore Paolo Luzzato-Fegiz. Le basi della loro ricerca scientifica sono ricollegabili ad un articolo del luglio scorso sul “The Journal of Infectious Diseases”. La teoria analizzata prevede, dunque, che i raggi interagendo con l’RNA del virus lo distruggano dall’interno. Ma il professore Luzzato-Fegiz ha voluto fare un ulteriore passo in avanti aggiungendo la saliva umana.

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Raggi UVA Covid: interazione tra raggi solari e saliva

Abruzzo variante brasilianaIl professore ha infatti dichiarato che si pensa che i raggi solari non abbiano molto effetto, ma secondo lui potrebbero interagire con la saliva umana. Tali particelle salivari, secondo il professore Luzzato-Fegiz, potrebbero interagire con il virus, accelerando l’inattivazione. Ha evidenziato che l’analisi in questione è un concetto familiare a chi si occupa di Scienza Ambientale. Ha anche aggiunto che saranno necessarie ulteriori esperimenti per testare separatamente gli effetti di specifiche lunghezze d’onda della luce. Se tale teoria venisse confutata si potrebbero approntare nuove strategie per favorire la sterilizzazione degli ambienti. In questo modo non saranno più necessari gli UVC, che possono causare danni alla salute. Gli UVC, come ha sostenuto dalla coautrice Julie McMurry, sono ottimali per gli ospedali ma non per gli altri luoghi a rischio contagio elevato. Secondo gli scienziati, dunque, sarà necessario utilizzare lampadine UVA su mezzi pubblici e nei luoghi con alto rischio contagio.