Il Governo guidato dalla Meloni potrebbe modificare il Reddito di cittadinanza

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Reddito cittadinanza governo Meloni
Dal Profilo Twitter di Giorgia Meloni

Reddito cittadinanza governo Meloni: il reddito di cittadinanza potrebbe subire alcune modifiche nei prossimi mesi. Il prossimo governo di centrodestra potrebbe modificare alcuni aspetti della misura di sostentamento promossa dal primo governo Conte.

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Reddito cittadinanza governo Meloni: possibili modifiche

Giorgia Meloni premier
Immagine dal profilo Facebook ufficiale di Giorgia Meloni

Il prossimo governo di centrodestra vorrebbe applicare alcuni correttivi al Reddito di Cittadinanza. La misura simbolo del primo governo Conte non dovrebbe essere abolita ma modificata. Infatti, pare che il governo guidato dalla Meloni dovrebbe essere utilizzato principalmente come strumento di contrasto alla povertà.  La revisione del reddito di cittadinanza è uno dei temi su cui Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi a grandi linee sono d’accordo. Nessuna abolizione totale del sussidio dunque, slogan a parte, almeno per il 2023. Una delle ipotesi più realistiche per il futuro prossimo è quindi una modifica all’impianto del Reddito. Secondo tale modifica la revoca del sussidio dovrebbe scattare dopo il primo “no” a un’offerta di lavoro considerata congrua. Attualmente al secondo rifiuto il sussidio viene revocato, in passato si doveva arrivare a tre dinieghi. L’importo medio erogato a livello nazionale è di 549 euro.

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Reddito cittadinanza governo Meloni: dati attuali della misura

reddito cittadinanza camorraI beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro e ancora in misura sono 920mila. Tra di loro il 71,8%, 660mila persone, sono soggetti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro. Solo il 18,8%, ossia 173mila persone sono occupati. La quota restante si suddivide fra gli esonerati dagli obblighi di condizionalità, il 7,3% e i rinviati ai servizi sociali ossia il 2,1%. Nel corso di questi anni ci sono state alcune correzioni, o per meglio dire tentativi di correzioni. Basti pensare al primo Dl Aiuti, dove si stabiliva che l’offerta di lavoro al beneficiario potesse arrivare anche direttamente da un datore di lavoro privato. Tale offerta doveva essere compita a mo’ di chiamata diretta. L’eventuale rifiuto, comunicato dallo stesso datore di lavoro, sarebbe diventato impattante per la decadenza del beneficio. Ma tali provvedimenti attuativi non si sono mai visti.

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Reddito cittadinanza governo Meloni: le parole del ministro Patuanelli

Dal profilo Twitter del ministro uscente Stefano Patuanelli

Sul Reddito di Cittadinanza è intervenuto il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli. Patuanelli ha dichiarato: “Il reddito di cittadinanza ha rappresentato una fonte di sostentamento per una fascia sempre più ampia di popolazione. I due terzi dei percettori sono persone che sono inabili al lavoro o che non possono lavorare. Si tratta di persone che hanno comunque bisogno di un sostegno. Potrei provocatoriamente dire che presenterò un disegno di legge, e lo farò firmare alle forze di maggioranza, in cui del Reddito di cittadinanza cambia il nome. Perché il vero problema di questo strumento è che lo abbiamo fatto noi del Movimento 5 Stelle e che si chiama così. Diamogli un altro nome, se lo intestasse qualcun altro. Però è innegabile che in questo Paese serve una misura di sostegno per chi non può lavorare, una misura di sostegno per chi perde il lavoro.”