Reddito di cittadinanza carcere per chi lavora in nero. A confermalo è la Corte di Cassazione con la sentenza n. 25306/2022; la suprema Corte, quindi, ha stabilito le pene severe per coloro che accettano di lavorare in nero non perdendo l’opportunità di percepire il reddito di cittadinanza.
Ovviamente, specifica la suprema Corte, il divieto di lavoro in nero deve estendersi a ogni membro del nucleo familiare, per diverse ovvie ragioni.
Ti consigliamo come approfondimento – Reddito di cittadinanza, continua la stretta: si perde anche se si rifiuta offerta da privato
Reddito di cittadinanza carcere: ecco la decisione della Corte di Cassazione
Con la suddetta sentenza, la Corte stabilisce che con “l’omessa comunicazioni delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio […] è punita con la reclusione da uno a tre anni”.
Cosa significa la pronuncia della Corte di Cassazione? In poche parole, coloro che non comunicheranno all’Inps le variazioni del reddito commettono un vero e proprio reato. Quest’ultimo può essere punito da 1 a 3 anni di reclusione.