Referendum “No Green Pass”: è partita la raccolta firme per proporre un referendum abrogativo delle norme sul Green Pass. Il tempo stringe: occorre raccogliere almeno 500.000 firme entro il 30 settembre. La possibilità di far ricorso alla firma digitale può essere uno strumento in grado di accelerare sensibilmente le procedure.
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Referendum No Green Pass: chi sono i promotori
- L’avv. Olga Milanese del Foro di Salerno;
- Il prof. Luca Marini, docente di Diritto internazionale alla Sapienza di Roma, già vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica;
- Il prof. Francesco Benozzo, docente di Filologia romanza all’Università di Bologna e responsabile scientifico di centri di ricerca internazionali di antropologia, linguistica e consapevolezza civica.
Del Comitato dei Garanti fanno invece parte:
- Il prof. Paolo Sceusa, presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione e fondatore della Scuola superiore di diritto e protezione dei minori;
- Il prof. Ugo Mattei, docente di Diritto civile all’Università di Torino;
- Il dott. Carlo Freccero, giornalista, già consigliere di amministrazione della RAI;
- Il prof. Alberto Contri, ex presidente della Fondazione Pubblicità Progresso e docente di Comunicazione sociale.
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Referendum: cosa chiedono i promotori?
Si tratta di un provvedimento che, secondo il Comitato proponente, escluderebbe i cittadini che non vogliono vaccinarsi dalla vita sociale ed economica del Paese. L’estensione dell’utilizzo del Green Pass “costringerebbe”, dunque, le persone a vaccinarsi. Il che, sempre secondo il Comitato, aggirerebbe il divieto previsto dall’art. 32 della Costituzione Italiana, secondo il quale “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario obbligatorio se non per disposizione di legge”. I promotori sostengono la natura discriminatoria del documento, che creerebbe una profonda divisione sociale, instillando odio e creando fazioni. Tutte azioni in antitesi con i principi fondamentali della nostra Costituzione.
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Referendum “No Green Pass”: la procedura per firmare
La firma digitale è uno strumento utilizzabile dal luglio scorso, che permette di rendere più veloce e pratica la raccolta delle firme. Fatto ciò, toccherà alla Corte Costituzionale stabilirne l’ammissibilità.