Referendum taglio dei parlamentari: i pro e i contro dei “Sì” e dei “No”

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Non solo elezioni amministrative e regionali: settembre 2020 è reso ancora più “caldo” dal referendum sul taglio dei parlamentari. Gli schieramenti in favore del “Sì” e quelli in favore del “No” ormai sono delineati. Diversi partiti hanno chiaramente dato la loro indicazione di voto, mentre altri hanno preferito lasciare libertà di scelta. Importante ricordare che per questo tipo di referendum non è previsto il raggiungimento di un quorum: vince chi ottiene anche un solo voto in più.

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Referendum taglio dei parlamentari: il testo

elezioni referendumIl testo del referendum sul taglio dei parlamentari è il seguente:

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei Parlamentari’, approvato dal Parlamento e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 250 del 12 ottobre 2019”?

Il referendum si è reso necessario a seguito della presentazione di 71 firme da parte di altrettanti senatori, dopo che la Camera lo scorso autunno aveva approvato in via definitiva il taglio complessivo di 345 parlamentari.

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I motivi del “Sì”

Elezioni referendumSia i sostenitori del “Sì” che quelli del “No” motivano le proprie posizioni sulla base di differenti idee. Informa Press ha provato a elencarne alcune.

I sostenitori del “Sì” insistono essenzialmente su 4 aspetti:

  • Risparmio economico. Con 345 poltrone in meno, infatti, si stima che si riuscirebbero a tagliare 100 milioni di euro (lordi);
  • Nessun pericolo per la democrazia e per la rappresentatività. Ci sarebbe 1 parlamentare ogni 100.000 elettori: in rapporto, più di quanti ne vengono eletti in Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. Inoltre, questo sarebbe solo il primo passo. Sono in tanti a invocare una legge elettorale che permetta di avere una maggioranza parlamentare stabile, garantendo la governabilità dello Stato, sottraendolo alle lunghe fasi di immobilismo istituzionale;
  • Snellimento procedurale. Ci sarebbe un Parlamento più snello ed efficiente, con eletti più responsabilizzati e riconoscibili. Inoltre, si eliminerebbero alcuni eccessi e malfunzionamenti delle istituzioni, spesso causa o effetto di lunghissimi iter burocratici;
  • Mettere fine alla circostanza che vede il 30% dei parlamentari disertare una votazione su 3.
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Le ragioni del “No”

referendum elezioni election day Ciro campana Autonomia election dayAl contrario, le ragioni del “No” riguardano:

  • Un risparmio trascurabile. In molti ritengono che il taglio di un terzo dei parlamentari non si tradurrebbe automaticamente nel taglio di un terzo delle spese. Al netto delle imposte e dei contributi, il risparmio reale che si otterrebbe sarebbe di 57 milioni l’anno e 285 milioni a legislatura. In termini percentuali, questo rappresenterebbe lo 0,007% della spesa pubblica italiana;
  • Esclusione delle minoranze. La riforma potrebbe avere delle conseguenze molto pesanti sulle minoranze e sul loro accesso in Parlamento: con la riduzione del numero dei Senatori, ad esempio, al Senato sarebbe necessario impegnarsi per conquistare il 15% dei voti. Molte liste, quindi, verrebbero escluse dall’arco parlamentare;
  • Populismo di fondo. L’Italia diventerebbe il Paese UE con il più basso rapporto tra numero di seggi e di cittadini. Molti preferirebbero ridurre direttamente gli stipendi, rispetto al numero degli onorevoli;
  • La natura qualitativa e non quantitativa del problema del Parlamento.

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