Molte controversie segnano la memoria della Regina Elisabetta colonialismo, schiavitù, repressione e guerre. Solo alcuni dei punti più oscuri del suo regno che spingono molti popoli a non celebrare la sua morte. Australia, India, Sud Africa, Antigua e Barbauda per citarne alcuni. Nei prossimi tempi potremmo assistere a referendum per l’indipendenza dal Commonwealth. Intanto, se c’è chi non celebra il lutto, altre nazioni non saranno, invece, invitate ai funerali di lunedì 19 settembre.
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Regina Elisabetta II colonialismo e repressione: il lato oscuro del suo regno
Un regno lungo 70 quello della Regina Elisabetta II. Iniziato nel 1952 e terminato lo scorso 8 settembre 2022. Un giorno storico, per l’Occidente, che vede la Regina più longeva del Regno Unito spegnersi e lasciare la Storia. Elisabetta II, in 70 anni, ha assistito ai grandi eventi che hanno tracciato il racconto dell’umanità contemporanea. Dagli strascichi della Seconda Guerra Mondiale, passando per la Guerra Fredda, la Caduta del Muro di Berlino, fino agli eventi più vivi. Un regno costituito da tanti avvenimenti e alcuni poco noti e tornati all’attenzione con forza preponderante. L’altro lato del mondo, quello esterno alla visione eurocentrica, non stima la figura di Elisabetta II. Alcuni popoli, alcune nazioni, hanno rilasciato dichiarazioni molto forti verso la sua figura. In Australia, poco prima della morte della Regina, la senatrice australiana, Lidia Thorpe, l’ha definita colonizzatrice.
In effetti, il dominio inglese, nello scorso secolo, era giunto in ogni continente. Una persona su cinque era un suddito della Corona. Salita al trono, Elisabetta II ha iniziato ad assistere allo sgretolamento della potenza e dell’impero britannico. Eppure, ha posto lo sguardo altrove, mentre perpetuavano genocidi e assassini delle persone colonizzate. Di popoli che soffrivano nella schiavitù. Se l’Europa e l’Occidente ha visto il volto calmo di una sovrana abile, il resto delle colonie del Commonwealth ha visto il predominio. Una potenza mondiale che dall’India ha estratto oltre 45mila miliardi di dollari di risorse. Il Sud Africa, primo fra tutti, è forse il Paese che più ricorda il sangue versato. In Kenya soprattutto, dove gli inglesi uccisero migliaia di kenioti.
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Dopo la Regina Elisabetta colonialismo e divisione: le conseguenze per Carlo III
A 73 anni, Carlo III diviene Re d’Inghilterra ed eredita la grande Storia del regno di sua madre. Ma non solo, le tante grane e le tante divisioni cumulate in questi anni saranno proprio la tortura del suo futuro. In primis le questioni interne e più prossime. Dopo il 2014, la Scozia potrebbe tornare con un nuovo referendum per chiedere la separazione e l’indipendenza dal Regno Unito. Una questione rimasta sempre spinosa per Elisabetta II. Lo stesso potrebbe dirsi per l’Irlanda del Nord, storicamente avversa al dominio inglese. Oltre oceano e lontano dall’Europa, altri paesi potrebbero pensare al distaccamento dalla Corona. Primi fra tutti Antigua e Barbauda che hanno dichiarato la possibilità di indire un referendum. Mentre, pochi giorni fa, in India, il viale dell’impero denominato Rajpath, prima Kingsway, è stato ribattezzato. Oggi segna Kartavya Path e presenzia una statua di Subhas Chandra Bose, un nazionalista indiano anti-britannico. Un simbolo, per l’India, che rimuove la schiavitù perpetuata dalla Corona inglese.
Tuttavia, se da un lato c’è chi non piange la Regina, dall’altro ci sono alcuni paesi che non saranno invitati ai funerali di lunedì 19 settembre. I primi a essere esclusi e privi di invito sono Russia e Bielorussia, alleati nella guerra contro l’Ucraina. A seguire, il Myanmar, la Siria di Bashar al-Assad, l’Afghanistan e il Venezuela. Mentre per Corea del Nord, Iran e Nicaragua verranno invitati soltanto i diplomatici e gli ambasciatori, ma non i capi di Stato.