Il marchio è il segno che permette alla tua società di distinguersi in un mondo sempre più competitivo
Il marchio è generalmente definito come il segno distintivo dell’attività. Può essere composto da lettere, numeri, colori o intere parole. Perché registrare un marchio? Qual è il percorso burocratico da seguire?
Registrare un marchio garantisce al titolare di essere l’unico soggetto autorizzato a sfruttare il segno per scopi commerciali. Il titolare gode del diritto di utilizzo limitatamente al territorio dove ha deciso di tutelarsi.
In più, un marchio registrato è sinonimo di prestigio e valore. Celebri marchi, Apple, Coca Cola o Google hanno un valore inestimabile. Registrare il segno, può essere una scelta saggia per tutelare il proprio business.
Rivolgersi ad un esperto in materia è la miglior scelta da compiere. Per registrare un marchio, infatti vi è un preciso iter burocratico da rispettare, che rende assolutamente preferibile la scelta di affidarsi ad uno o più esperti in materia.
Marchio: caratteristiche e normativa italiana
Per registrare un marchio in Italia, bisogna fare riferimento a quanto riportato all’articolo 7 del CPI (Codice della Proprietà Industriale). La norma specifica che possono essere oggetto di registrazione diversi segni distintivi di un’azienda:
- lettere
- parole
- numeri
- colori
- suoni
- tonalità cromatiche.
Previo consenso è possibile anche registrare l’intero nome di una persona. Mentre non possono essere registrati simboli e stemmi che replicano segni distintivi di nazioni, enti, organizzazioni internazionali.
Un marchio in generale per essere considerato ammissibile deve rispettare tre requisiti:
Novità
Un marchio è nuovo quando non esistono uguali o molto simili segni già registrati.
Distinguibilità
Il marchio deve essere distinguibile. L’osservatore deve essere cioè in grado di associare immediatamente il segno all’azienda.
Liceità
Non deve infine andare contro i principi del decoro e del buon costume.
Diritti derivanti dalla registrazione del marchio
Registrare un marchio comporta il godimento di diversi diritti. Come stabilito dall’articolo 20 del CPI, il titolare del segno ha facoltà di vietare a terzi:
- L’utilizzo di un marchio uguale al proprio per commercializzare simili prodotti o servizi.
- L’utilizzo di un marchio simile che possa in qualche modo essere confuso con il marchio registrato.
- In alcuni casi, l’utilizzo del marchio anche per prodotti e servizi diversi da quelli commercializzati dal titolare del marchio. Per esercitare questo diritto, il marchio deve godere del cosiddetto “stato di rinomanza”.
Come registrare un marchio in Italia e in Europa e nel mondo
I suddetti diritti possono esser fatti valere in Italia e anche in altri stati. È necessario presentare la domanda di registrazione ai vari enti territoriali preposti. Qualora il proprio business sia circoscritto all’Italia, allora è sufficiente presentare domanda all’UIBM: l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti.
Mentre qualora si volesse far valere la tutela Europa, è possibile presentare domanda presso l’EUIPO, l’Ufficio di Proprietà Intellettuale dell’Unione Europea. Così facendo si può registrare il marchio in uno o più dei 27 stati UE aderenti.
E infine è anche possibile registrare il marchio fuori dall’Unione Europea, ad esempio negli Stati Uniti. L’organizzazione a cui rivolgersi in questo caso è l’OMPI o WIPO.
Cos’altro sapere
Sono diverse le fasi da seguire al fine di registrare correttamente un marchio. Segnaliamo in ordine cronologico come si svolge l’intero iter, dalla progettazione all’effettiva presentazione della domanda.
Progettazione
La prima fase consiste nell’ideare e progettare il proprio segno distintivo. Come anticipato, l’elaborato deve rispettare tre requisiti: novità, originalità, liceità. Il marchio è un segno esclusivo, l’obiettivo dell’imprenditore è ottenere un segno iconico, che possa essere facilmente memorizzato dall’osservatore e che allo stesso tempo contenga caratteristiche che lo rendono unico.
La ricerca di anteriorità
Onde evitare di incorrere in problematiche durante la fase di presentazione della domanda e successivamente alla registrazione, il consiglio è di commissionare una ricerca di anteriorità. Il lavoro si svolge consultando le banche dati disponibili al fine di valutare se il marchio elaborato sia davvero unico.
Classe merceologica
È bene inoltre individuare per quali classe merceologiche tutelarsi. Queste ultime sono riportate nella Classificazione di Nizza. Sono presenti 34 classi per i prodotti e 11 per i servizi. Le categorie vanno indicate durante la fase di registrazione.
Registrazione
A questo punto si può procedere all’invio della domanda. Come anticipato è possibile registrare il marchio solo in Italia, oppure in uno o più stati Europei ed extra Europei.
Registrare il marchio in Italia
È possibile registrare il marchio in Italia sia recandosi presso la Camera di Commercio e Artigianato, oppure utilizzando il portale telematico dell’UIBM, compilando i moduli scaricabili online. La domanda prevede l’invio di documenti quali:
- modulo con i dati anagrafici
- descrizione del marchio
- ricevute dei pagamenti (diritti di bollo e tasse).
Inoltre, bisogna presentare la documentazione firmata e in tre copie.
Complessivamente i costi sono di 135 euro comprensivi della tassa di registrazione e della tassa da versare per una classe merceologica, più 42 euro di marca da bollo.
Ogni classe aggiuntiva comporta una spesa di 34 euro aggiuntivi. La registrazione è valida per 10 anni, rinnovabili. Leggermente più elevate risultano le spese presentando la domanda in formato cartaceo.
Registrare il Marchio in Europa
L’iter di registrazione del Marchio Comunitario è simile. La domanda dev’essere presentata all’EUIPO, con sede ad Alicante in Spagna, in formato cartaceo o digitale. Si può registrare il marchio in un solo o più stati Europei.
I costi sono di 850 euro comprensivi della tassa di registrazione e di una categoria. Aggiungere una categoria comporta un supplemento di 50 euro. Registrare tre o più classi comporta un ulteriore spesa di 150, dalla terza classe in poi. Anche in questo caso le spese risultano di poco più elevate nel caso in cui si opti per la registrazione in formato cartaceo.
Registrare il marchio internazionale
Infine, per registrare un marchio in paesi extra UE, l’ente di riferimento è l’OMPI o il WIPO.
I paesi aderenti sono 97.
I costi dipendono da paese a paese, ogni stato infatti ha le sue regole. In generale bisogna considerare una spesa di partenza fissa di 532 euro in caso di marchio denominativo, e 736 Euro per il marchio figurativo.