Con 5G si intende la quinta generazione di tecnologie e standard per le connessioni telefoniche mobili. Il 5G mira ad assicurare una velocità di download e upload molto elevata; inoltre permette di interagire con i dispositivi dell’Internet of Things (che connette gli oggetti tra di loro e con noi). La rete veloce 5G dovrebbe entrare ufficialmente in funzione entro il 2020. Tuttavia sono in molti quelli che stanno accelerando il lavoro sulle architetture per offrire una connessione superveloce qualche mese prima della data stabilita.
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Rete veloce 5G: la grande sfida TIM vs VODAFONE
Se il 5g rappresenta una grande novità, di sicuro non lo è la “solita lotta” tra Tim e Vodafone che si sposta anche sulla nuova rete veloce.
Vodafone è riuscita ad anticipare la sua rivale accendendo per prima (5 giugno) la rete veloce in 5 città italiane: Milano, Bologna, Torino, Roma e Napoli. Entro i prossimi due anni l’azienda tenterà di coprire almeno 100 città.
Tim invece ha reso disponibile il 5G dal 24 giugno in alcune aree di Torino e Roma e dal 5 luglio anche a Napoli. Prima della fine dell’anno sarà accesa in altre 6 città, 30 destinazioni turistiche e 50 distretti industriali. Le sei città indicate sono: Milano, Bologna, Verona, Firenze, Matera e Bari. L’obiettivo è quello di coprire circa 120 città entro il 2021.
Quanto traffico consuma il 5G?
La rete veloce 5G renderà le connessioni molto più veloci e utilizzate. È palese quindi dunque che il consumo effettivo
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5G e mobilità smart: l’Europa ha già deciso
Il 5G sarà destinato anche a influenzare i nuovi sistemi di guida sulle strade. Ha, infatti, prevalso nella corsa al futuro dello smart automotive, per volontà dei Paesi membri dell’Unione Europea. Questi hanno scelto di affidarsi alla nuova tecnologia, sostenuta da Qualcomm e BMW. Ad avere la peggio è stata la tecnologia basata sul Wi-Fi, caldeggiata dalla Commissione Europea e da Volkswagen.
La Commissione Europea si era schierata a favore di un nuovo standard Wi-Fi perché le infrastrutture erano già pronte. Però i Paesi dell’Unione Europea hanno preferito un progetto più a lungo termine, che poterà benefici su larghissima scala.
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Il 5G è un rischio per la salute umana?
Le onde impiegate dal 5G hanno una minore capacità rispetto alle tecnologie precedenti di penetrare attraverso l’aria, la vegetazione e le pareti degli edifici. Perciò richiedono una più elevata densità urbana di micro-antenne che agiscano da ripetitori. Ciò porterebbe le persone a vivere a pochi metri da un ripetitore. Questa vicinanza sembra, ovviamente, motivo di forti preoccupazioni.
Infine, secondo alcuni studi scientifici recenti, c’è chi sostiene che le onde elettromagnetiche proprie della rete 5G possano indurre più facilmente modifiche nello sviluppo di alcuni batteri, rendendoli resistenti agli antibiotici.
Da un lato gli scienziati sono già in grado di escludere (sulla base delle conoscenze assodate sull’interazione tra uomo e onde elettromagnetiche) effetti dannosi per la salute umana. Ma è altrettanto vero che al momento la letteratura scientifica sull’argomento è piuttosto scarna. Si tratta di una tecnologia recente e mancano del tutto studi sugli effetti a lungo termine eseguiti su popolazioni vaste.